Vladimir Luxuria spiega perché non completa la transizione: il vero motivo per cui non si opera

04 Gen 2022 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Vladimir Luxuria sui Pride

Vladimir Luxuria non ha mai nascosto di non aver completato la transizione, anche se ha sempre specificato che potrebbe farlo in futuro. In una nuova intervista concessa a Libero, l’attivista LGBTQ (che ha rischiato di morire) ha spiegato come mai fino ad oggi non si è operata.

“Come mai non ho voluto fare il passo decisivo? Sì è vero che ho detto “adeguo la mia esteriorità alla mia intimità”. Il fatto è che l’anestesia mi terrorizza. Anche se poi è vero: mi sono rifatta naso, labbra e davanzale in una botta sola. E, a dire il vero, attiravo l’attenzione degli uomini più come trans. La transizione richiede vari fasi: avendo piena proprietà del corpo si può fermare in qualsiasi momento. Ma anche andare avanti; non è detto che non cambi del tutto e mi operi. La pensava così anche Eva Robin’s”.

Vladimir Luxuria parla dei Pride.

La nostra icona ha anche risposto al giornalista di Libero, che si è chiesto se gli eccessi dei Pride possano nuocere alla battaglia sui diritti civili (ancora con questa storia?).

“Al Pride non si deve mica andare vestiti come a una riunione della Cgil. L’idea era quella del “voi fate finta di non accorgevi di noi? E allora noi ci facciamo notare il più possibile”. Non sono mai stata ad un Gay Pride funereo se non in Russia; lì niente paillettes, sembravamo tutti becchini. Ma ci menarono lo stesso. E una volta, se solo qualcuno parlava di figlio matrimonio gli sputavano in un occhio; fino agli anni 70 gli happening finivano con un “incontro collettivo”. Oggi sembrano riunioni di condominio, con bambini, famiglie Arcobaleno. Senza contare che il Pride conviene a tutti. A Roma nel 2000 i soldi arrivarono da lì, più che dal Giubileo: i pellegrini se la cavavano con un panino. Gli omo sono pink money, flussi di denaro che girano”.

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