Mahmood e Michele Bravi sostengono la legge contro l’omofobia: “Fondamentale approvare subito il DDL Zan”

I due cantanti e l'importanza della lotta alle discriminazioni contro la comunità LGBT.

01 Apr 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Non solo Fedez ed Elodie, oggi anche Mahmood dal suo profilo Instagram ha voluto sostenere il DDL Zan. Il vincitore di Sanremo ha anche rivelato di aver assistito ad episodi di discriminazione, soprattutto quando era ragazzino.

“È di fondamentale importanza approvare la legge Zan. Ho sempre pensato che episodi di discriminazione basati sul sesso, sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale debbano essere condannati. Mi è capitato più volte di assistere impotente a scene di questo tipo, soprattutto durante l’adolescenza.

A volte, forse per paura o per debolezza, mi sono trovato inerme davanti a situazioni che per me erano una violenza. Violenza che uccide la libertà di essere se stesso. Ora ho 28 anni e sento di avere, come tutti, la responsabilità di sostenere questo disegno di legge”.

Un applauso a Mahmood, anche se mi sento di dire che in futuro dovrebbe forse scegliere meglio le associazioni da sostenere.

Se il cantante di Rapide ha scelto Instagram, Michele Bravi ha parlato del DDL Zan in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano.

“Dover affermare la necessità di una legge che difenda da atti discriminatori e violenti è dire un’ovvietà. Eppure si continua ad affrontare l’omotransfobia come un atto archiviato e risolto. E questo è pericoloso e imprudente. Quando si parla di diritti umani non c’è un ‘più importante’ o un ‘meno importante’, esiste solo la speranza di chi affida nelle mani dello Stato la necessità di riconoscere una protezione alla propria libertà e quindi dar modo ad un disegno di legge di attuarsi concretamente senza interruzioni ingiustificate”.

Mahmood e il pensiero (del 2019) sul coming out e l’omofobia.

“Io non ho mai detto di essere gay. La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sess0 o di un altro. Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione.

Non mi pongo il problema. L’idea stessa del coming out è un passo indietro, perché presuppone il bisogno di dividerci tra etero e omosessuali. E’ come per l’integrazione: queste cose, per la mia generazione, esistono già. Se vado a letto con un uomo o una donna non frega niente a nessuno“.

A quanto pare Mahmmod ha cambiato idea rispetto a queste vecchie dichiarazioni. Anche perché se la nostra generazione avesse davvero superato “le differenze” (o se a nessuno importasse con chi andiamo a letto e chi amiamo) non ci sarebbe bisogno di una legge contro l’omofobia. E siccome cambiare idea è sinonimo di intelligenza, un altro applauso ad Alessandro.

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