Cosenza, 16enne picchiato dallo zio: “Non vogliamo gay in famiglia, muori!”

20 Mag 2022 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Cosenza nuovo attacco omofobo aggredito un 16enne

Nuovo grave episodio di omofobia, questa volta in Calabra. Lo scorso 17 maggio, proprio nella giornata mondiale contro l’omotransfobia, un 16enne di Cosenza è stato pestato dallo zio, con l’aiuto di altri 3 uomini. Il motivo di questa assurda aggressione? Il ragazzo è gay e questo al padre e allo zio non va giù. La vittima è uscita per raggiungere le sue amiche, lo zio paterno ed alcuni amici l’hanno raggiunto e l’hanno riempito di pugni e calci. Dopo il pestaggio il ragazzo ha riportato una deviazione del setto nasale, 4 costole rotte e diverse lesioni.

E noi dobbiamo ancora stare ad ascoltare certi politici (tutti dello stesso schieramento ovviamente) che ci ripetono quanto il DDL Zan non sia una priorità o  che in Italia non ci sia un’emergenza ‘omofobia’.

Presidente di Arci Cosenza: “Sempre più necessario parlare di violenza sulle persone LGBT”.

“Non voglio andare via da casa perché con mamma sto bene, è solo papà il violento. Mamma mi dice sempre: fatti forza e sii coraggioso”

Ha 16 anni. Il 17 maggio ha deciso di legare una bandana rainbow sul suo zaino e uscire con le sue amiche. Durante il tragitto viene fermato dallo zio paterno (avvisato dal papà). Lo zio parcheggia la macchina, si avvicina e gli dice: “Non vogliamo ri*****ni nella nostra famiglia” e gli sferra un primo schiaffo, che diventa poi un pugno e subito dopo un calcio, una serie di calci. Non contento lo zio chiama altri tre uomini per aiutarlo. Risultato: 4 costole rotte, setto nasale deviato, lesioni di vario genere. Lo zio lo carica in macchina, lo porta a casa e: “Ora muori in casa”.

Siamo in Calabria. Siamo in provincia di Cosenza. Sono state fatte le giuste e necessarie denunce. Non serve altro. Fisicamente il ragazzo sta meglio, si riprenderà. Moralmente e psicologicamente non oso immaginare come stia, forse non lo voglio immaginare.

Condivido con voi tutte e tutti questo episodio solo per ricordarvi quanto è necessario e importante parlare di violenza di genere, di questioni LGBTI, di identità di genere e di orientamenti sessuali. Per farvi capire quanto è necessario parlare del 17 maggio, di omofobia, transfobia e lesbofobia. Per darvi un buon motivo per scendere in piazza e partecipare, partecipare e partecipare alle iniziative di contrasto all’odio e alla violenza.

Report necessario: in ospedale sono stati/e super accoglienti e gentili (c’è una parte di sanità in Calabria che manifesta inclusione). Le forze dell’ordine hanno svolto il loro lavoro. Gli/le assistenti sociali (stendiamo un velo pietoso)”.

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