LGBT

Priscilla punge le madrine dei Pride: ce l’ha con Rose Villain?

Fabiano Minacci 22/06/2025

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Priscilla, host di Drag Race Italia, è stata ospite al Cosenza Pride ma invece di sfilare sopra un carro ha deciso di farlo per strada fra la gente. “Scelgo il Pride delle piccole città, della provincia, dove le persone queer sono più marginalizzate (anche per ragioni geografiche) ed hanno quindi maggiormente bisogno di sostegno. Scelgo di non stare su un carro, ma di attraversare le città camminando tra le persone, perché mi interessano gli sguardi e gli abbracci. Voglio che le persone sappiano che sono lì per loro“, ha scritto su Instagram dopo aver raccontato una storia che l’ha molto colpita: proprio al Pride di Cosenza ha conosciuto un ragazzo trans ripudiato dalla madre.

“Questo è uno dei momenti più preziosi del Cosenza Pride che non dimenticherò. Un abbraccio che si è sciolto in un pianto che non riuscivamo a fermare. “Zia Priscilla mia mamma non mi accetta, soffro tanto”. La solitudine delle persone trans, sopratutto giovani che stanno vivendo il loro percorso di affermazione, è amplificata nelle piccole città e nelle realtà di provincia, in cui troppo spesso le famiglie non accolgono i figli e le figlie, per ignoranza, pregiudizi, mancanza di informazioni e empatia. Realtà in cui non ci sono luoghi sicuri di aggregazione, associazioni e sportelli di ascolto. Il patriarcato e la cultura tossica del binarismo di genere schiacciano le soggettività non conformi, causando una sofferenza che troppo spesso viene ignorata dalla stessa comunità queer. A te, che hai condiviso la tua sofferenza con me: ti vedo, ti sento, ti riconosco. Te l’ho detto guardando i tuoi occhi pieni di lacrime: “La sofferenza che stai vivendo finirà, non mollare. Non permettere a nessuno di scegliere per te e di dirti come vivere. La tua vita è soltanto TUA.”

 

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Priscilla: “Scelgo i Pride senza madrine che diventano alleate solo a giugno”

Nel suo lungo post su Instagram, Priscilla ha poi spiegato perché sceglie di partecipare solo ai Pride minori tirando in ballo anche le madrine. “Scelgo il Pride costruito dal basso, con passione, determinazione e sacrifici, senza sponsor che sostengono il governo genocida israeliano, senza madrine che diventano alleate solo a Giugno e poi non dicono una parola quando ci sono episodi di omolesbotransfobia. Scelgo il Pride che coltiva lo spirito politico della rivolta e della resistenza. Scelgo il Pride transfemminista, che racconta la lotta intersezionale ad ogni forma di oppressione e discriminazione. Scelgo il Pride antisionista e anti colonialista, che sta accanto alle sorelle e ai fratelli palestinesi. Scelgo il Pride che dà voce alle persone migranti. Scelgo il Pride che lotta per i diritti delle persone con disabilità”. Ce l’ha con Rose Villain, madrina del Roma Pride?

In caso affermativo non sarebbe un attacco personale, dato che il pensiero di Priscilla non è nuovo: anche l’anno scorso se l’è presa indirettamente con Annalisa colpevole – da madrina del Pride – di non aver detto una parola sulla legge italiana contro la GPA.

E l’attivismo LGBT+ non è l’unico che sposa Priscilla che da tempo si batte anche per il popolo palestinese.

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