Parietti contro Vannacci e l’attacco al mondo delle drag queen

23 Ago 2023 Anthony Festa • Tempo di lettura: 2 minuti

Parietti e Roberto

Rinviata più volte, alla fine la trasmissione di Alba Parietti, Non Sono Una Signora, è andata in onda quest’estate su Rai Due ed ha anche ottenuto dei buoni ascolti. Tra i tanti che hanno storto il naso davanti ad un normalissimo programma con delle drag queen, anche il generale Roberto Vannacci (quello secondo cui i gay non sono normali).

“In tv viene esaltata in maniera sbilanciata l’omosessualità. Lo dimostra il nuovo programma di Parietti, Non Sono una Signora, continuando nella ormai diffusa e certosina opera di banalizzazione e normalizzazione dell’ideologia della fluidità di genere”.

Alba Parietti sulle parole di Vannacci.

Ieri sera durante il programma Filo Rosso, la conduttrice ha fatto leggere ad Alba Parietti le parole del generale. La conduttrice di Non Sono Una Signora ha risposto in maniera perfetta alle tesi gender-cospirazionistiche di Vannacci.

“Quando nelle altre trasmissioni la fluidità viene derisa, trasmissioni in cui ci sono personaggi che si travestono in modo macchiettistico, va tutto bene. Quando, viceversa, il mondo delle drag che esiste da sempre ed è anche un mondo artistico, viene rappresentato degnamente, allora diventa una cosa scandalosa. Io credo che questo programma, tra l’altro messo in onda da persone che hanno a che fare con la nuova Rai, non abbia nulla di scandaloso. È piaciuto, non ha offeso nessuno e io credo che certe forme di pregiudizio, il pubblico delle famiglie non l’abbia avuto, perché hanno visto il programma. Il pregiudizio, semmai, sta proprio nelle parole, nel volersi inventare situazioni per cui i bambini e le famiglie dovrebbero vedere qualcosa di torbido dove del torbido non c’è. Io condivido quello che ha detto Ferruccio De Bortoli.

Si dice che da libero cittadino possa dire tutto quello che gli pare, ma io da libera cittadina dico che rappresenti l’arma e le istituzioni e di questo racconto, fatto non si sa per quale motivo, non si capisce il senso. Al di là della carriera Vannacci ha fatto anche missioni di pace e quando fai delle missioni di pace e poi un racconto come quello dell’autobus dove tu ti butti addosso, francamente qualcosa di inquietante ce l’hai”.

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