Malika cacciata di casa perché lesbica, la madre e il fratello la minacciano: “Ti ammazziamo, ti auguriamo un cancro”

La famiglia di Malika la caccia di casa. Minacce, insulti e offese di tutti i tipi per la 22enne.

10 Apr 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Nuovo caso di omofobia, della peggior specie, perché i carnefici in questo caso non sono stati degli sconosciuti, ma le persone con che vivevano con Malika, la sua famiglia. La 22enne fiorentina ha fatto coming out con una lettera e i genitori l’hanno cacciata.

“Il 19 gennaio ho denunciato entrambi i miei genitori. Il 4 gennaio 2021 ho scritto una lettera alla mia famiglia in cui ho detto di essermi innamorata di una ragazza. Temevo che non l’avrebbero presa bene, ma non avrei mai pensato che arrivassero a dirmi certe cose e a minacciarmi di morte. Mi hanno buttata fuori di casa e hanno cambiato la serratura. Non sono riuscita a recuperare le mie cose. Amo una donna, ma non ho fatto nulla di male a nessuno”.

Malika ha fatto ascoltare gli audio che la “madre” (se così può essere definita) le ha mandato nelle scorse settimane: “Sei uno schifo, lesbica, se ti vedo t’ammazzo. Non mi portare a casa quella p*****a perché le taglio la gola, sei la rovina della nostra famiglia. Ti auguro un tumore, sei la rovina della famiglia, meglio una figlia drogata che lesbica. Ma che pensi di fare la lesbica additata da tutti? Devi dire a quella lesbica che se la chiappo le levo il cuore dal petto e la sbrano in mille pezzi. L’altra gente ha i figli normali e solo noi abbiamo uno schifo così. Non ti avvicinare a Castelfiorentino perché ti uccideremo, meglio in carcere per 50 anni che vederti viva”.

La giovane toscana ha anche provato a riprendersi gli effetti personali, ma senza successo: “Dopo dei giorni – accompagnata da dei Carabinieri – ho tentato di tornare a casa giusto per recuperare scarpe e vestiti. Mia madre si è affacciata alla finestra e ha detto ‘io non conosco questa persona e non so cosa voglia da me’. Lì ho sentito la terra sprofondare sotto i miei piedi. Dopo le dure minacce dei miei genitori e di mio fratello, il 19 gennaio ho sporto denuncia, ma dopo 3 mesi non è cambiato nulla. Eppure anche a Pasqua mio fratello ha detto che voleva tagliarmi la gola, voleva sapere dov’ero per farlo“.

Alla signora dico che (abitando nelle sue zone) a Firenze additiamo gli omofobi come lei e non certo le persone che amano. Si addita e si schifa chi odia, chi minaccia, chi ripudia i figli, si schifano i mostri che vomitano cattiverie. La vera malattia è l’omofobia e per questo la famiglia di Malika dovrebbe essere aiutata e seguita in un percorso di riabilitazione.

Questo è solo l’ennesimo esempio di come l’approvazione del DDL Zan è di estrema importanza. La signora Giorgia Meloni dice che esistono già tutte le leggi per tutelare le vittime di omofobia e allora mi chiedo perché Malika è stata cacciata di casa, minacciata di morte e dopo 3 mesi la sua situazione non è cambiata per nulla. I mostri saranno anche quelli che hanno minacciato Malika, ma le mani sporche le hanno anche le persone che non vogliono che questa situazione in Italia cambi.

Adesso mi rivolgo a tutti i miei lettori: facciamo qualcosa di concreto e aiutiamo Malika, vi lascio un GoFundMe dove possiamo donare anche pochi € per sostenerla in questo suo periodo complicato (cliccate qui).

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