Legge contro omofobia: ecco che fine potrebbe fare dopo la crisi di governo

14 Gen 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Lo scorso 4 novembre il DDL Zan, ovvero la legge contro omofobia, bifobia, transfobia, misoginia e abilismo è stata approvata alla Camera nonostante il forte ed immotivato ostruzionismo della destra di Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

In queste settimane il DDL Zan sarebbe dovuto arrivare in Senato con tanto di discussione finale e voto, ma questo passo è stato per ovvie ragioni bloccato, dato che due ministre di Italia Viva di Matteo Renzi ed il sottosegretario hanno dato le loro dimissioni aprendo di fatto ad una crisi di governo. Loro sono Elena Bonetti (ministra della famiglia e delle pari opportunità), Teresa Bellanova (ministra dell’agricoltura) e Ivan Scalfarotto.

Contattato da Gay.it, Alessandro Zan del Partito Democratico ha così commentato il futuro del suo DDL.

“Sono molto arrabbiato. Non c’è solo la legge contro l’omotransfobia, ci sono tanti provvedimenti che sono frutto di un grande lavoro in commissione, nelle aule parlamentari, che con il voto anticipato verrebbero buttati in mare.  […] Italia Viva si è assunta la responsabilità di votare, sostenere, portare avanti, con una lunga mediazione la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, una buona legge che il Paese attende da tantissimi anni. Ma oggi, se dopo questa crisi la situazione precipitasse verso il voto anticipato, si assumerebbe la responsabilità di averla fatta cadere”.

Anche se la speranza non è l’ultima a morire:

“La legge contro l’omotransfobia è una legge di iniziativa parlamentare. Se dovesse proseguire la legislatura, anche con un nuovo governo dovrà essere chiaro, perché io voglio essere molto netto, che la legge dovrà rimanere una legge di iniziativa parlamentare anche in Senato, senza che vi siano delle posizioni di veto o tentativi di cambiamento dovute all’arrivo di un nuovo Governo. Quello che si è ottenuto alla Camera, deve essere approvato così com’è anche al Senato. A prescindere dal Governo che ci sarà”.

A distanza di cinque anni dall’arrivo delle Unioni Civili “grazie” al partito di Matteo Renzi, quest’anno potremmo dire addio alla possibilità di avere una legge contro l’omofobia proprio “grazie” ad un altro partito di Matteo Renzi.

 

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