LGBT
Donatella Rettore: i pensieri problematici che ha espresso sul mondo gay
Fabiano Minacci 10/01/2025
Donatella Rettore questa settimana ha rilasciato un’intervista al portale Gay.it dove ha condiviso alcuni suoi pensieri a dir poco problematici sulla comunità LGBT. Alcune sue esternazioni, infatti, hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca come quando ha rivendicato l’uso della F-Word e della N-Word perché secondo lei “non ci si ammazza per una parola“. Effettivamente, non credo abbia mai corso il rischio di sentirsi urlare contro con tono minaccioso: “Brutta etero bianca!“, quindi cosa ne sa?
Quando il giornalista le ha ricordato che lei ha rivendicato l’uso di quelle parole sopracitate (“ha anche rivendicato la libertà di usare fr*cio e ne*ro perché, se ho ben inteso, dipende da come si dicono certe cose. Ma con i tanti casi di cronaca e di ragazzini che si tolgono la vita per quelle stesse parole possiamo davvero ridurre tutto a un discorso di intenzione?“), Donatella Rettore ha risposto: “I ragazzini non credo si tolgano la vita solo per una parola. Il ragazzo dai pantaloni rosa? Quello si chiama bullismo. Dici che colpisce più la lingua che la spada? Il punto è che non c’è più la possibilità di avere un dialogo senza che ci sia uno scontro. Non credo ci si ammazzi per una parola, ma per una situazione problematica che si crea intorno a noi“. E non contenta ha anche ribadito la distinzione fra “gay e checche che gridano con le piume in testa e si strappano i capelli”.
Donatella Rettore: i pensieri problematici che ha espresso sul mondo gay
“Io vedo che ci sono dei gay che si realizzano senza dover creare per forza una lobby. Faccio un distinguo chiarissimo tra loro e quelle persone che “Lasciami stare perché io sono gay per cui mi avete già emarginato”. Non è vero… I gay sono i gay, poi ci sono le checche, quelli che strillano, che gridano: questi nuocciono alla causa. In questo momento bisogna essere seri e far comprendere la loro causa a un popolo bigotto e superficiale come quello italiano dimostrando di valere, di non essere solo quelli che si strappano i capelli. Se dobbiamo fare un momento di comicità ok, ma che non sia la regola, perché così è avvilente“.
Nonostante queste parole contro i gay che “si strappano i capelli e strillano” (?), non ha niente contro i Pride. Per fortuna. “Io sono stata una delle prime a cantare ai Pride, sarà 30 anni che li faccio! Al Pride ci vanno le famiglie. Come dicevano gli antichi: “Andiamo dai fr0ci che dai fr0ci ci si diverte”, e sarà sempre così“.