Selvaggia Lucarelli mette all’angolo Giorgia Meloni: “Hai mentito tu o tua madre?”

La famosa giornalista ha smascherato una bugia nel nuovo libro di Giorgia Meloni?

14 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 4 minuti

In questi giorni è uscito il libro di Giorgia Meloni e lei sta facendo il suo bel tour promozionale in tv. Selvaggia Lucarelli però ha notato un particolare davvero strano di questa ‘fatica letteraria’. La leader di Fratelli d’Italia racconta che sua madre stava per abortire, ma che prima di entrare in clinica c’ha ripensato e così è nata lei. La giudice di Ballando con le Stelle però ha fatto notare come nel 1976 l’aborto fosse una pratica illegale.

“Avete presente la storia strappalacrime sulla madre della Meloni che va ad abortire, a fare gli esami che precedono l’interruzione di gravidanza e lei che all’ultimo ci ripensa e va a farsi cappuccino e cornetto al bar? Beh, c’è un problema cara Giorgia: nel 1976 l’aborto era illegale. Non funzionava così. Hai mentito tu o tua madre?”

Il passaggio del libro al quale Selvaggia Lucarelli fa riferimento è questo: “Devo tutto solo a mia madre. Perché la verità è che io non sarei mai dovuta nascere. Quando rimase incinta, Anna aveva ventitré anni, una figlia di un anno e mezzo e un compagno con cui non andava più d’accordo (…), l’avevano quasi convinta che non avesse senso mettere al mondo un’altra bambina in quella situazione. Ricordo quando me l’ha confessato, e ricordo il tempo per digerire quel sasso. Ma poi ho capito il combattimento di una donna sola: farti nascere o farti tornare nel niente.

La mattina degli esami clinici che precedono l’interruzione di gravidanza si sveglia, rimane digiuna e si incammina verso il laboratorio. A questo punto mi ha sempre raccontato, si ferma davanti al portone, esita, vacilla. Non entra. ‘No non voglio rinunciare, non voglio abortire’. È una mattina di primavera. C’è un’aria dolce e pulita. Sente di avere preso la decisione giusta. Adesso deve solo ratificarla, in qualche modo. Entra in bar: ‘Buongiorno, cappuccino e cornetto’”.

Altro che ‘Io sono Giorgia’, qui è il caso di dire: io sono…

L’affondo finale di Selvaggia Lucarelli.

Ma la stilettata conclusiva la giornalista l’ha data in un articolo sul The Post Internazionale.

“C’è solo un problema in questo racconto scritto con quell’impellente bisogno di verità che Giorgia Meloni si porta dentro: e cioè che quando la madre di Giorgia Meloni era incinta di Giorgia Meloni la legge sull’aborto non esisteva. Giorgia Meloni infatti è nata il 15 gennaio 1977. La madre rimane dunque incinta più o meno ad aprile dell’anno prima, ed infatti nel passaggio del libro sulla mattina della decisione la Meloni specifica che era primavera. Dunque stiamo parlando della primavera del 1976. Nel 1976 l’interruzione volontaria di gravidanza era una pratica illegale. Abortire era un reato che prevedeva una pena dai 2 ai 5 anni.

A questo punto, i casi sono tre:

1 Giorgia Meloni ha mentito, infiocchettando un racconto e dunque questo è un romanzo e non una biografia. O forse una non-fiction, tipo Gomorra, dunque Giorgia Meloni sarebbe pericolosamente simile a Roberto Saviano e questa è comunque una notizia.

2 La mamma di Giorgia Meloni le ha raccontato una storia un po’ diversa, perché al massimo ha tentato la via dell’aborto clandestino ma non funzionava esattamente così, con le analisi in un laboratorio, l’attesa, poi il cappuccino al bar e “vabbè ci ripenso”. Prima del 1978 si abortiva dentro case di privati, dalle “mammane”, in poche cliniche clandestine spesso fuori dalle grandi città in un clima di segretezza e paura. Si stava commettendo un reato (sia chi praticava che chi abortiva), si rischiava di morire per un’emorragia, si rischiava di venire scoperte. In questo caso Giorgia, se inconsapevole della bugia della mamma, è comunque responsabile di una grave lacuna culturale.

3 Giorgia Meloni non è nata nel 1977 ma qualche anno dopo. Probabilmente, in quanto leader di un partito, è tra le poche donne ad aumentarsi gli anni per acquisire più autorevolezza”.

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