Michela Giraud di LOL – Chi Ride È Fuori parla del suo corpo e del body positive

09 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

michela giraud

Michela Giraud, reduce dal successo mediatico di LOL – Chi Ride È Fuori, ha rilasciato una lunga intervista a Il Foglio per promuovere la seconda stagione del suo CCN su Comedy Central, che tornerà dal prossimo 14 maggio.

L’attrice ha così colto l’occasione per parlare del concetto di body positive (che per lei non esiste) e del suo aspetto fisico che a volte la soddisfa, altre volte no.

“Se io mi accetto [fisicamente, ndr]? Nessuno si accetta, ed è ipocrita credere il contrario. Di certo, anche se mi è successo di invidiare qualcuno, non ho mai pensato di voler essere un’altra”.

E ancora:

“Quando mi dicono che sono una testimonial del body positive, sbigottisco. Per me il body positive non esiste, è una delle molte illusioni di cui ci siamo convinti: non c’è battaglia culturale che possa eliminare il fatto, praticamente fisiologico, di piacersi un giorno sì e un giorno no. Condivido la ridiscussione dei canoni ma dovremmo essere onesti nell’ammettere che, se mai saremo del tutto liberi dai canoni, continueremo a piacerci un giorno sì e uno no – ed è anche un’ipotesi ottimista. La vita è così, ti fa questo: al lunedì sei una stella, al martedì uno straccio”.

Michela Giraud ha poi concluso:

“Ho scritto dei monologhi in cui dico che per la maggior parte del tempo vorrei essere in un modo che non sono, perché sono una vigliacca che si lascia condizionare da tutte le pressioni condivise e comuni. Detto questo, a quei condizionamenti penso per un’ora al giorno, le altre 23 faccio altro”.

Michela Giraud risponde alla polemica sulla cover di Vanity Fair

E – in merito alla polemica sulla cover di Vanity Fair che l’ha vista protagonista – la stand-up comedy ha aggiunto:

“Il giornale voleva richiamarsi a un quadro, noi siamo state contente di prestarci, ci siamo divertite e ci siamo prese soltanto il meglio. La polemica su quanto fosse centrato il messaggio del bodypositive è per me incomprensibile per la semplice ragione che a noi nessuno ha mai detto che avremmo fatto una cover per dare un messaggio di alcun tipo. Di certo, fino a qualche anno fa, quella copertina non sarebbe uscita e se questo, incidentalmente, fa star bene qualcuno, lo fa sentire meglio, continuo a non capire dove sia il problema. È una copertina di Vanity Fair, non un discorso alla Camera”.

Come darle torto?

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