Lucarelli contro chi ha chiesto un selfie a Maria davanti alla bara di Costanzo: “Li avrei mandati…”

27 Feb 2023 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Lucarelli su Maria De Filippi

Ieri alla camera ardente allestita per Maurizio Costanzo a Roma c’era Maria De Filippi, il figlio Gabriele e sono passate anche centinaia di persone comuni che hanno voluto salutare per l’ultima volta il conduttore. Qualcuno però ha sentito l’esigenza di chiedere un selfie a Maria e questo ha giustamente fatto scoppiare una polemica. Anche Selvaggia Lucarelli ha detto la sua sulla questione. La giornalista ha dichiarato che se fosse stata al posto della De Filippi avrebbe reagito in modo un po’ diverso da quello della presentatrice.

“Quei tizi lì che chiedono il selfie a Maria non sono poi così diversi da tanti altri che vedo tutti i giorni muoversi con lo stesso egotismo.

Il selfie con la vedova famosa. Non perdo neppure tempo a dire qualcosa su quella gente perché ci somiglia più di quanto crediamo, ma penso a Maria De Filippi e all’enorme sforzo di dare a chi chiede con violenza, in quelle ore in cui hai dato fondo anche alle riserve. Per me era un vaffa al primo telefono che vedevo davanti”.

Lucarelli e il ricordo di Maurizio Costanzo.

“Conoscevo poco Maurizio Costanzo, eppure lo conoscevo moltissimo, come tutti quelli della mia generazione. Quindi mi sono chiesta come gli sarebbe piaciuto essere raccontato. Ho scartato l’aneddotica perché a lui le storie piacevano un sacco ma non quelle che grondano melassa e come fai oggi a filtrare la melassa, qualcosa di appiccicaticcio lo scriverei senz’altro. La lista delle cose che ha fatto, dei personaggi che ha scoperto, l’ode al Costanzo show secondo me lo farebbero sbadigliare. Voglio dire, quando nella tua vita hai intervistato qualcosa come 50 000 persone, la tua, di vita, non ti sembra più così tanto interessante. – ha continuato la Lucarelli – E poi a Costanzo le celebrazioni piacevano poco, uno dei suoi più grandi talenti era cambiare improvvisamente il registro delle conversazioni, sdrammatizzare, individuare il punto di forza, per amplificarlo.

Incalzava gli altri come incalzava se stesso, sembrava di vederlo con la cartellina in mano pure quando rideva dei suoi lati fanciulleschi, dei dolci nascosti nel porta occhiali, di Maria che lo sgridava. A Maurizio Costanzo sarebbe piaciuto essere raccontato non scomodando le sue imprese, ma le piccole cose che hanno accarezzato la sua irrinunciabile quotidianità. Tra queste c’era l’amore per Filippo, il suo gatto. E lui somigliava molto ai gatti. Ne aveva la complessità, la furbizia, la pigrizia alternata a picchi di energia metafisica, la generosità selettiva, il graffio facile. I gatti, soprattutto, sono curiosi. “La morte mi fa curiosità”, disse una volta. Che è un pensiero bellissimo con cui lasciare questo mondo. Vado di là a vedere se c’è qualcuno che ha una storia incredibile da raccontarmi. O un topo gigante da rincorrere. In ogni caso, avrò un bel po’ da fare. Sipario”.

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