Musica

Il lato oscuro della musica: Zampaglione e Lucarelli su finti sold out, flop e debiti

Anthony Festa 18/06/2025

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Mai come negli ultimi anni abbiamo assistito ad artisti emergenti che organizzano concerti negli stadi e poi hanno difficoltà a riempirli, cantanti che annunciato tour nei palazzetti e poi li spostano nei teatri o anche a chi direttamente annulla show e tournée per problemi di “salute” o “organizzativi”. Ci sono poi anche i casi dei biglietti regalati o svenduti a pochi Euro e molti fan si sono chiesti che cosa ci sia dietro. Delle risposte adesso sono arrivate da chi questo sistema lo conosce molto bene. Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino, ieri mattina in un lungo post affidato a Facebook ha spiegato molto dettagliatamente come si arriva ai finti sold out e qualche elemento in più è stato dato anche da Selvaggia Lucarelli, che nell’ultimo articolo della sua newsletter ha fatto una vera inchiesta, parlando anche di cantanti che arrivano a indebitarsi.

Zampaglione sulla storia dei finti sold out.

Si continua a leggere un po’ ovunque l’ arcinota storia dei finti Sold Out ma le spiegazioni che vedo su come funziona il meccanismo sono spesso poco chiare. – ha scritto Zampaglione – Proverò a spiegarvelo a modo mio, con una pagina di sceneggiatura, dopo aver visto questa storia succedere per circa 30 anni; con un impennata spaventosa in tempi recenti, sopratutto ovviamente ai danni di artisti ancora giovani ed inesperti . Tu sei l’ artista e io chi ti organizza i concerti. Ok ?
Io: “Bro, credo che a questo punto… dopo il successo virale del tuo singolo, meriti qualcosa di più. Dobbiamo fare il grande salto.”

Tu: “Che intendi?”

Io: “Bisogna dare un segnale forte, uscire dal mucchio, far capire che tu sei al di sopra dei tuoi colleghi… Ci vuole un tour nei palazzetti. Anzi, negli stadi. E deve essere sold out! Così scateniamo l’ufficio stampa e ti fanno santo subito!”

Tu: “Ma siamo sicuri? Non so se…”

Io: “Non sai cosa? Tu fai il tuo lavoro: mettiti fisso sui social e annuncia trionfante che il tuo sogno finalmente si andrà a coronare. Al resto penso io.”

A questo punto tu sei già a due metri da terra. Ti lanci sui social trionfante ed ogni giorno gridi al mondo la tua gioia e soddisfazione per il grande tour in arrivo. Lo fai in ogni modo e maniera, mentre tutti si congratulano con te perché “te lo meriti”, “era ora”, “sei il #1”, “io c’ero sin dall’inizio”…

Se i biglietti si vendono, tutto bene.
Ma se non si vendono, come purtroppo accade sempre più spesso perché si vuole troppo, io ti chiamo un lunedì mattina, con la voce preoccupata e paternalistica, mentre ancora dormi.

Io: “Buongiorno, bro. Dormivi?”

Tu: “Non ti preoccupare… che mi dici?”

Io: “Ti dico che abbiamo un problema… anche serio.”

Tu (tirandoti su di colpo): “Di che tipo?”

Io: “Non stai vendendo. Lo stadio è semivuoto!”

Ti stropicci gli occhi, sperando che si tratti di un incubo, ma la tua fidanzata, che si gira nel letto accanto a te bofonchiando qualcosa perché disturbata dalla telefonata, ti fa capire che purtroppo è la realtà.

Tu: “Dici davvero?”

Io: “Purtroppo sì. La piantina di TicketOne è tutta verde… malgrado i soldi che io ho speso per promuovere il tuo tour.”

Tu (con l’ansia a palla): “E ora?”

Io (lapidario): “Ora annulliamo!”

Tu: “Annull… Annulliamo?! Scherzi, vero? Ma come si fa? Sono mesi che faccio come mi avevi detto, ogni giorno posto di tutto annunciando trionfante il tour… ci rimetto la faccia con tutti!!”

A questo punto la tua ragazza si alza e se ne va portandosi via il cuscino, con un’espressione di puro dissenso sul volto assonnato.

Io invece ti parlo con un tono più rassicurante, di chi ha esperienza e sa come uscire da certi intoppi.

Io: “Non agitarti… Una soluzione io ce l’avrei. Certo, ha un costo elevat—”

Tu (interrompendomi): “Quale sarebbe la soluzione?”

Io: “Te lo riempio io lo stadio (o il forum). Ci sono biglietti gratuiti, a un euro, dieci euro… Invitiamo tutti i dipendenti di banche, assicurazioni, aziende a noi vicine. Mettiamo biglietti in regalo con la spesa nei supermercati, facciamo contest con influencer, retate nei locali con i biglietti… Insomma, fammi fare il mio lavoro.”

Tu: “Sei un grande, non so come ringraziarti!”

Io: “Io invece lo so. Una buona parte dei costi per riempire lo stadio, ad ora vuoto, te li accolli tu, bro!”

Tu: “Io?! Ma sono un botto di soldi! Poi avevi detto che era il tuo mestiere…”

Io: “Ah sì? E allora annulliamo! Non posso prendermi tutta la perdita sul groppone. E poi diciamoci la verità… la faccia è pur sempre la tua. Io, dopo il tuo concerto, ho altri tre eventi con il vero sold out!”

Tu sudi freddo, deglutisci… Poi pensi a tua nonna 93enne, che ti ha promesso che sarà in tribuna ad applaudire con cappellino e maglietta del merchandising ufficiale. Improvvisamente senti già il rumore della pioggia di meme sui social per il flop… e quindi, senza colpo ferire, accetti.

Tu: “Va bene, ci sto. Chiedimi tutto. Ma il post di cancellazione, magari per laringite o ‘problemi tecnici’… NO!”

Io: “Bravo, bro! Vedo che hai capito come funziona. Oggi l’immagine, nella musica, è tutto! E se leghi la tua immagine alla parola FLOP, ci salta il piatto a 360°: contratti, sponsor, brand, conventions, esposizione mediatica, percezione, pubblicità, credibilità, eccetera eccetera.”

Conclusione :
Da questo momento in poi tu vai e fai ( per anni) solo quello che ti dico io e tutto ciò che guadagni per un buon 85% è mio, perché devo rientrare e bada bene i costi li ho in mano io… non te.
Se mai volessi inoltre interrompere il contratto, prima ovviamente mi paghi tutto, oppure resti qui da me e con calma sconti
Triste morale della favola ? Solletica l’ ego di qualcuno (meglio se ingenuo o megalomane) e poi …mangiaci sopra a vita !

Spero di essere stato chiaro nel farvi capire il diabolico meccanismo e ci tengo a chiarire che il post è generico. – ha concluso Zampaglione – Non riferito a nessuno in particolare ma ad una abitudine che DA ANNI, sta distruggendo il meccanismo dei concerti e molte carriere.

L’inchiesta di Selvaggia Lucarelli.

Non solo Federico Zampaglione, ieri sera Selvaggia Lucarelli ha parlato di questo lato oscuro della musica e ha rivelato di essere stata contattata da alcuni professionisti che lavorano nella discografia e che (dopo averle chiesto di non essere citati) le hanno raccontato il sistema malato che genera finti sold out e anche debiti.

“I biglietti a 10 euro o i tour cancellati sono solo alcune avvisaglie di un problema più vasto: quello di un sistema che spesso illude i cantanti di guadagnare un sacco di soldi, indebitandoli. Quello che è uscito da queste testimonianze è il ritratto dell’industria musicale e di come sia stata completamente trasformata prima dallo streaming e poi dal covid, con nuove dinamiche e nuovi rapporti di potere. Intanto, l’esplosione di Spotify e degli altri servizi di streaming musicale ha pesantemente ridimensionato le economie delle case discografiche, dal momento che i guadagni che una volta derivavano dalle vendite dei dischi non sono nemmeno paragonabili ai proventi dello streaming. Oggi cento milioni di ascolti online – un numero che solo pochi grandi nomi del panorama musicale italiano riescono a mettere insieme- fruttano alla casa discografica di turno circa 350.000 euro lordi, dei quali tra gli 80 e i 90 mila andranno poi all’artista. Significa che il successo di una canzone, anche il più cristallino, dal punto di vista discografico non ha più nessuna ricaduta economica”.

A differenza di Zampaglione, la Lucarelli ha fatto anche degli esempi, secondo le sue informazioni ad esempio, Elodie avrebbe avuto una perdita dopo il Forum di un anno fa e proprio per questo sembra abbia accettato di cantare ad alcune convention aziendali, così da recuperare qualcosa.

Con queste rivelazioni Zampaglione e Lucarelli hanno aperto il vaso di Pandora. Adesso parleranno anche altri artisti?

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