Musica
Giornalisti ruffiani con i cantanti? Cosa c’è dietro, Dagospia li smaschera
Anthony Festa 18/02/2025

Se in televisione (anche grazie a programmi come Belve) ci stiamo riabituando a vedere conduttori e conduttrici che fanno domande davvero interessanti e qualche volta scomode ai personaggi che intervistano, nel mondo della musica le cose vanno diversamente e ne abbiamo avuto la prova al Festival di Sanremo. La scorsa settimana abbiamo assistito a centinaia di domande tutte uguali tra loro e tante, tantissime sviolinate. Tra le poche voci fuori dal coro Selvaggia Lucarelli, Giuseppe Candela e Davide Maggio, che sono finiti nel mirino di hater (tra cui anche qualche collega). Ma come mai diversi giornalisti assomigliano sempre più a dei cortigiani pronti a tessere le lodi degli artisti più noti? Dagospia ha dato una spiegazione interessante ed ha parlato anche di viaggi offerti da discografici e uffici stampa.
“Io sono già stanca, ho dormito 3 ore, posso litigà con Davide Maggio?”😭😭😭😭✈️✈️✈️✈️✈️ #domenicain pic.twitter.com/OlCXq2mYrH
— Veronica 🌸 (@Veronicaaaaa282) February 16, 2025
Giornalisti lecchini? I retroscena di Dagospia.
“Questo Sanremo passerà alla storia anche per la sempre maggior insofferenza verso i giornalisti, i pochissimi che hanno provato non a incendiare il Festival, a far esplodere la sala stampa o svelare segreti inconfessabili, ma solo a porre un paio di domandine.
Davide Maggio, ospite dello speciale di “Domenica In” è finito nel mirino dei diversamente intelligenti sui social per aver chiesto a Elodie quello di cui tutti parlavano sabato sera sui social: se in qualche modo il suo umore nero dietro le quinte fosse legato alle voci di una rottura del suo vestito a pochi minuti dall’arrivo sul palco. La risposta? Uno show di cinque minuti, interrotto da Mara Venier e con altri ospiti (i soliti cuor di leone per ragioni di gettone) schierati dalla parte della cantante. O ancora lo stop della padrona di casa di fronte alla domanda, sempre di Maggio, a Fedez sulla destinataria della sua versione di Bella Str0nza.
Un clima pesantissimo per i giornalisti che dicono la loro. Ne sa qualcosa Selvaggia Lucarelli che non ha svelato una tresca tra Antonella Clerici e Gerry Scotti nella taverna di Arquata Scrivia, ma ha fatto una riflessione (non ruffiana) sulla canzone di Simone Cristicchi.
Il nostro Giuseppe Candela, dopo aver chiesto conto del patto di non belligeranza tra Rai e Mediaset (robetta mica da poco ma ignorata da tutti), ha riproposto in modo provocatoria la domanda già posta lo scorso anno da Enrico Lucci ad Amadeus e Marco Mengoni (nessuno si era indignato): siete antifascisti? Dopo gli insulti dei fasci-hater si è ritrovato il giorno dopo in prima pagina su Libero con tanto di editoriale di quel cervello latitante di Pietro Senaldi.
Ora sarebbe fin troppo facile consigliare a chi ha problemi con le critiche, le domande, le rotture di restare a casa senza rompere le scatole. Ma forse la colpa è anche di chi questo mestiere dovrebbe farlo, di chi li ha abituati a interviste via mail e whatsapp, a leccate di cul*0 dopo i viaggi stampa offerti da discografici, uffici stampa e società che organizzano i tour. E se la critica televisiva ha i suoi drammi, il livello del giornalismo musicale ha forse responsabilità maggiori. Perché lo strapotere è nelle mani di pochi e finire fuori dai giri vuol dire non avere accesso a concerti (quindi doverseli pagare) o conferenze stampa.
Allora i brani sono tutti bellissimi e gli artisti tutti eccezionali. E così pioggia di conflitti di interessi vedi Boem, la bibita di Fedez, e la testata Billboard, sponsorizzazioni, podcast che piacciano a una società di comunicazione, uffici stampa occulti e chi più ne ha più ne metta“.