Dimitri Cocciuti svela qualche curiosità su Drag Race Italia, l’intervista

28 Nov 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 5 minuti

Dimitri Cocciuti Drag Race Italia

Drag Race Italia è ufficialmente diventato realtà e per l’occasione ho avuto il piacere di intervistare Dimitri Cocciuti, autore tv nonché capoprogetto dello show. Insomma, se Drag Race ha ora una versione tricolore, il merito è suo.

Il comunicato stampa di Drag Race Italia ha parlato di “esordio migliore di sempre su Discovery+”. Questo significa che ha tirato più un pelo di parrucca rispetto a Love Island Italia di Giulia De Lellis?

“Beh, d’altronde i proverbi dicono sempre la verità! Sono davvero emozionato per il calore infinito e il supporto da parte del pubblico. Ci riempie di orgoglio. Abbiamo lavorato a questa prima edizione di Drag Race Italia con tanto amore ed enorme passione, l’abbiamo fatto con il cuore. Sono felice che questa cosa stia arrivando”.

Il fenomeno Drag Race sta conquistando il mondo, ma fra tutte le versioni quella italiana è la più ristretta: 8 drag queen, 6 episodi. Come mai?

“Gli accordi con il format owner per questa prima stagione prevedevano questo pacchetto di episodi. Ovviamente è solo un punto di partenza: per le prossime stagioni puntiamo a più episodi e più drag queen nel cast”.

Oltre ad essere la più corta è anche l’unica ad avere un cast composto interamente da uomini cisgender bianchi. Un caso curioso che probabilmente stride un po’ con il concetto di inclusività di cui si fa portavoce Drag Race Italia. C’è un perché dietro questo fatto?

“In realtà no, abbiamo fatto un approfondito lavoro di casting e scouting, il cast selezionato cerca di rappresentare il più possibile le varie categorie di drag queen. Crediamo fermamente nel concetto di inclusività e su questo voglio rassicurare il pubblico: Drag Race Italia parla a tuttə, senza discriminazioni di alcun tipo, avrete modo di scoprirlo voi stessə”.

 

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Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Campania e pure le isole Sicilia e Sardegna: le 8 drag queen provengono da 8 regioni diverse, una casualità o una scelta?

“Premettendo che elemento essenziale è stato il talento delle nostre ragazze, abbiamo voluto raccontare non solo differenti categorie di drag queen con un range ampio d’età, ma anche l’Italia da nord a sud, con le sue sfumature, con le sue storie che tratteggiano vite molto differenti accomunate dalla passione per l’arte drag”.

Quando è stato annunciato Tommaso Zorzi, online è stata addirittura aperta una petizione per estrapolarlo. Come è stata vissuta la faccenda dagli addetti ai lavori?

“Mi è dispiaciuto ovviamente perché per giudicare bisogna prima vedere, Tommaso è un giudice competente che si è speso con grande passione per il programma. Credo comunque che quando ci sono delle critiche il modo migliore sia quello di continuare a lavorare con serietà e passione”.

In un’intervista hai dichiarato che avresti voluto Tommaso Zorzi anche se non avesse partecipato al Grande Fratello Vip. Come sono arrivati invece i nomi di Chiara Francini e Priscilla?

“Priscilla è una drag queen italiana di grande esperienza conosciuta anche a livello internazionale. Proprio per la popolarità che il formato Drag Race ha in tutto il mondo abbiamo ritenuto opportuno optare per un profilo come il suo. Sono molto orgoglioso di lei. Per Chiara il desiderio era cercare una figura che fosse vicina alla comunità LGBT+, di spessore e al tempo stesso dotata di grande ironia. Chiara ne é la perfetta sintesi (e lei è davvero parte della comunità LGBT+, si spende come poche) e come dice Priscilla, fondamentalmente è una drag queen nel corpo di una donna. Come non amarla?”

 

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In Drag Race il vocabolario è molto importante, com’è nato l’ormai iconico ‘nun facit strunzat‘ e come mai ‘sashay away‘ e ‘shantay you stay‘ non sono stati tradotti? Netflix nella versione doppiata optò per ‘sei costretta a volare via‘ e ‘oh là là resti qua‘, frasi che ancora riecheggiano negli incubi dei fan italiani.

“Conosciamo molto bene il formato internazionale. Dalle stagioni americane passando per i vari adattamenti internazionali, come Spagna, UK e Canada. Ci piaceva l’idea di mantenere quelle frasi di rito esattamente come la versione originale. Per il “Nun facit strunzat’” e “Feel free, be proud etc” che Priscilla pronuncia a fine puntata il merito è suo. Non appena ce l’ha proposto abbiamo accolto con entusiasmo questo tipo di personalizzazione”

Facci un po’ di spill the tea: sappiamo che il musical sarà dedicato a Raffaella Carrà e che ci sarà lo Snatch Game. Qual è un’altra prova o un’altra sfilata che dovremmo tenere particolarmente d’occhio?

“Lo Snatch Game è una delle cose più divertenti a cui io in tanti anni di lavoro abbia mai assistito. Ancora rido! C’è una sfilata che ho amato particolarmente che vedrete nelle prossime puntate ed è dedicata agli anni 80. Le nostre ragazze vi stupiranno”.

C’è stata una scena registrata che è stata tagliata in fase di montaggio perché “questa non può andare in onda”? Se sì, senza fare nomi, cosa è successo?

“Non abbiamo tagliato nulla, vedrete tutto!”

Le Riche durante il Meet The Queens ha dichiarato che quel giorno avrebbe conosciuto le altre concorrenti, quindi se quello è stato registrato prima quando loro sono entrate nella Werk Room già si conoscevano?

“No, abbiamo fatto lo scatto promozionale dopo gli ingressi in Werkroom, non si conoscevano prima”.

Approfitto per ringraziare te e tutti i lettori di Biccy.it. Continuate a seguire Drag Race Italia su Discovery+ e commentate le puntate sui social. Il vostro calore e il vostro sostegno ci danno molta carica !

 

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