Mahmood su Repubblica: “Omosessualità è una scelta”, poi rettifica: “Parole mai dette”: ecco qual è la verità

03 Apr 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

mahmood

Mahmood questa mattina ha scatenato un pandemonio per un’intervista rilasciata a La Repubblica in cui – cito testuali parole – dice:

“La legge Zan è una questione di dignità, di tutela dei diversi. Una legge così rende più liberi tutti, non solo chi ne viene protetto. Chi è contro l’omosessualità, cioè dice di esserlo o addirittura passa all’azione, va punito. Essere omosessuali è una scelta indipendente e libera, a volte ci si nasce proprio“.

Ovviamente il cantante è stato sommerso di critiche perché nessuno ha mai scelto il proprio orientamento sessuale come se fosse una maglietta da indossare o un paio di scarpe da acquistare. Parole che oltretutto non ce le saremmo mai aspettate pronunciate proprio da lui, un giovane cantante cresciuto negli anni 2000 che solo un paio di anni fa ha detto:

“La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sesso o di un altro. Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione”.

Mahmood, la rettifica

A distanza di un paio di ore Mahmood ha prontamente rettificato l’intervista sostenendo di non aver mai detto che l’omosessualità sia una scelta. Quelle parole sarebbero infatti state scritte dal giornalista che al telefono avrebbe frainteso il cantante.

“Ieri ho fatto un’intervista su Repubblica su un tema a me molto caro, stamattina l’ho letta ed ho trovato una risposta scritta in maniera totalmente errata: io non ho mai detto che l’omosessualità è una scelta, ovviamente l’omosessualità non è una scelta, ma ci nasci. Ovviamente capita durante le interviste al telefoto di essere un po’ fraintesi”.

Ed infatti ora sul sito di Repubblica questa è la risposta di Mahmood:

“Omosessuali ci si nasce, dichiarare di esserlo è una scelta indipendente e libera”.

Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.

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