Giorgio Minisini sull’omofobia e i pregiudizi: “Essere gay non è una cosa negativa. Ho una famiglia aperta”

15 Set 2022 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Giorgio Minisini parla dei pregiudizi

Il mese scorso Giorgio Minisini ha fatto la storia dello sport italiano vincendo quattro medaglie nel nuoto artistico agli Europei di Roma. Il campione da adolescente ha dovuto sopportare il pregiudizio di chi vedeva il suo sport come esclusivamente femminile e di chi lo voleva etichettare come ‘gay’ a tutti i costi. Questo però non ha mai intaccato la passione di Giorgio Minisini: “L’essere macho, la virilità dell’uomo non esiste più: ogni uomo, ogni donna, può essere il massimo per quello che è. La bellezza non ha genere o orientamento“. Concetto che oggi lo sportivo ha ribadito da Serena Bortone a Oggi è Un Altro Giorno.

Giorgio Minisini: “Ho avuto una famiglia molto aperta”.

“Non è stato semplice perché non era una cosa che veniva fatta tradizionalmente da ragazzi. Però quando ho iniziato con me c’era mio fratello, c’era mio cugino e altri quattro ragazzi. Quindi per me erano strane tutte le altre società che non avevano maschi in squadra. Poi dopo sono rimasto solo anche nella mia squadra e ho capito che io ero visto come strano dagli altri. Il fatto di aver visto trionfare un uomo anni fa in USA mi ha fatto pensare che prima o poi anche io avrei potuto vivere quell’esperienza. Perché se lui c’era riuscito allora anche io potevo farcela.

Cosa mi dicevano? Quando fai uno sport con tante ragazze, così come un ballerino o la ginnastica artistica, le persone ti mettono etichette. La gente associa quello sport al tuo orientamento e al tuo modo di essere. Quando ero piccolo essere gay era considerata una cosa negativa, ovviamente non è così, ma prima c’era un doppio pregiudizio. Anche se ho sempre pensato che certi pregiudizi rispecchiavano più il pensiero di chi parlava rispetto a me. Darmi del gay non mi offendeva, ma loro ci mettevano malizia. Per molto tempo ho cercato di dimostrare quello che ero.

Le persone avevano sempre il dubbio che fossi gay. Ho avuto una famiglia splendida e aperta e lo stesso vale per la squadra. In entrambi i contesti mi hanno sempre detto che se fossi stato gay non ci sarebbero stati problemi giustamente. Questo mi permetteva di superare i giudizi delle persone. I pregiudizi dicono tutto di chi ti punta il dito e nulla di te. Negli anni ho incontrato qualcuno di quelli che mi deridevano. Mi hanno fatto i complimenti e io sono stato felice”.

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