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Bergamo, incontrava con Grindr poi minacciava e chiedeva soldi: arrestato

Fabiano Minacci 16/06/2025

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In questi giorni a Bergamo è stato rapinato un uomo, proprietario di un bar, dopo che un altro ragazzo lo ha minacciato puntandogli un coltello e dicendo: “Dammi i soldi, altrimenti io e mio fratello combiniamo un casino e ti bruciamo il locale“. Per evitare guai il proprietario ha deciso di accontentarlo e lo ha accompagnato a prelevare 200 euro a uno sportello di banca nonostante ci fossero ovviamente le telecamere di sicurezza. E’ stato proprio grazie a quelle telecamere che la Polizia è riuscita a risalire all’identità dell’uomo che, prima del barista, aveva minacciato e rapinato altri uomini tutti incontrati tramite l’app Grindr.

A scoprire che si trattava della stessa persona è stata la Polizia dopo che il barista rapinato – anche lui apertamente gay – ha raccontato quanto successo ad altri suoi amici che a sua volta conoscevano persone che erano state rapinate da lui ma che non avevano denunciato per paura. Questi uomini, in pratica, venivano contattati da questo stesso ragazzo, che poi durante l’incontro diventava aggressivo e chiedeva soldi con minacce.

Bergamo, quattro uomini rapinati dal 29enne

Così, grazie alle segnalazioni, al video della banca e ai profili Grindr indicati che l’uomo usava per adescare le vittime, la Polizia è risalito al malvivente: si tratta di un 29enne marocchino. L’uomo è stato così arrestato perché sospettato di aver fatto la stessa cosa con altri quattro uomini, sempre conosciuti su Grindr. La dinamica era la stessa: una volta iniziato un rapporto, lui cambiava atteggiamento e minacciava le vittime dicendo che le avrebbe accoltellate, spruzzato spray urticante o rovinate al lavoro smascherando il loro orientamento per farsi dare soldi.

In alcuni casi, se l’incontro avveniva in auto, strappava le chiavi e le restituiva solo dopo aver preso i soldi. In totale, secondo la polizia, avrebbe estorto diverse somme, tra cui 100, 160 e anche 200 euro in varie date. Solo in un caso i soldi sarebbero stati trasferiti sul conto corrente della moglie, che però non risulta coinvolta direttamente. Insomma, si trattava di un vero e proprio schema di estorsioni mirate a uomini gay, contattati tramite app, con la tecnica dell’intimidazione. Ora l’uomo è in carcere e dovrà rispondere di rapina e estorsione.

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