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Attentato sventato al concerto di Lady Gaga: “Arresti e bombe, nel mirino fan LGBT”

Anthony Festa 04/05/2025

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Solo adesso che il concertone di Lady Gaga a Copacabana è finito, la Polizia brasiliana ha fatto sapere di avere sventato un attentato terroristico. L’operazione è stata condotta con la collaborazione di più reparti della polizia e l’intervento del ministero della Giustizia. Due persone sono già state arrestate e altre probabilmente lo saranno nelle prossime ore. Un gruppo di individui da giorni stava orchestrando un complotto on line per incitare all’odio e reclutare individui: “Stavano cercando di convincere anche dei minorenni a partecipare“. Tra le armi che avevano intenzione di usare c’erano esplosivi improvvisati e fatti artigianalmente e anche molotov.

Nel mirino di questo attentato secondo i media brasiliani c’era anche la comunità LGBTQ, di cui fanno parte moltissimi fan di Lady Gaga. La polizia ha fatto davvero un ottimo lavoro, perché ad un evento nel quale c’erano 2,1 milioni di persone, questo attentato poteva causare centinaia o addirittura migliaia di vittime, tra esplosioni, ma anche persone che avrebbero potuto perdere la vita nel caos di una folla spaventata. E proprio per evitare il panico, gli agenti hanno evitato di comunicare di questo attentato sventato prima che lo show fosse concluso.

Attentato sventato a Copacabana: il comunicato della Polizia brasiliana.

“Gli agenti della polizia civile del 19° distretto di polizia (Tijuca), insieme al Laboratorio per le operazioni informatiche (Ciberlab) del Ministero della giustizia e della sicurezza pubblica (MJSP), hanno impedito un attentato dinamitardo durante lo spettacolo di Lady Gaga. Le istituzioni hanno condotto un’azione congiunta contro un gruppo che diffondeva incitamento all’odio e stava preparando un piano, principalmente contro bambini, adolescenti e il pubblico LGBTQIA+. Le indagini hanno coinvolto anche il Coordinamento delle risorse speciali (Core).

L’operazione “Fake Monster” è stata pianificata sulla base di un’indagine della polizia civile di Rio de Janeiro, la quale ha identificato come i soggetti coinvolti stessero reclutando partecipanti, tra cui adolescenti, per portare a termine attacchi integrati utilizzando esplosivi improvvisati e molotov. Il piano all’inizio era stato concepito anche come “sfida”, con l’obiettivo di acquisire notorietà sui social media. Un uomo, il leader del gruppo, è stato arrestato per possesso illegale di arma da fuoco a Rio Grande do Sul, poco dopo anche un adolescente è stato arrestato.

Questi individui operavano su piattaforme digitali, promuovendo la radicalizzazione degli adolescenti, la diffusione di crimini d’odio, autolesionismo e contenuti violenti come forma di appartenenza e di sfida tra i giovani. L’allarme è arrivato dal Sottosegretariato dell’Intelligence (Ssinte) della Polizia civile.

Nell’azione sono stati notificati 15 mandati di perquisizione e sequestro contro nove obiettivi nelle città di Rio de Janeiro, Niterói, Duque de Caxias e Macaé, a Rio; Cotia, San Vicente e Vargem Grande Paulista, a San Paolo; São Sebastião do Cai, nel Rio Grande do Sul; e Campo Novo do Parecis, nel Mato Grosso. Il lavoro è stato supportato dagli ufficiali di polizia civile di questi stati.

Dispositivi elettronici e altri materiali sono stati raccolti presso le abitazioni degli indagati e saranno analizzati per rafforzare le indagini.

A seguito dell’operazione, nel pomeriggio di sabato gli agenti si sono recati anche a Macaé per eseguire un mandato di perquisizione e sequestro nei confronti di un individuo che stava anche pianificando degli attacchi. Ha minacciato di togliere la vita a un ragazzino in diretta ed è accusato di terrorismo e istigazione alla criminalità.

L’operazione è stata avviata per neutralizzare i comportamenti digitali coordinati, che potevano rappresentare un rischio per il pubblico dell’evento. Il lavoro è stato svolto con discrezione e precisione, evitando il panico o la distorsione delle informazioni tra la popolazione. La Polizia Civile continua ad agire in modo coordinato per contrastare i crimini digitali e la mobilitazione di gruppi che utilizzano l’ambiente virtuale per incitare pratiche illegali”.

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