Antonio Ricci ha vinto una causa legale contro Diet Prada
24 Mag 2022 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti
Antonio Ricci ha vinto e Diet Prada è stata costretta a chiedere scusa pubblicamente. Vi ricordate quando un anno fa Gerry Scotti e Michelle Hunziker dal bancone di Striscia la Notizia imitarono l’accento cinese con tanto di occhi a mandorla? Quel siparietto scatenò un’enorme polemica che arrivò fino in America.
Striscia la Notizia: Gerry Scotti e Michelle Hunziker cinesi fanno scattare una polemica che arriva fino in America https://t.co/OFTYN4oPgW #StriscialaNotizia
— BICCY.IT (@BITCHYFit) April 14, 2021
La pagina Diet Prada, che vantava milioni di seguaci, iniziò una campagna di shitstorm contro la trasmissione accusando apertamente Striscia la Notizia di essere razzista. E se da una parte Michelle Hunziker e Gerry Scotti chiesero scusa, Antonio Ricci non lo fece e decise di denunciare la pagina, affidando ad un tribunale la parola finale.
Ad un anno di distanza il tribunale si è espresso e Diet Prada è stata costretta a pubblicare un post su Instagram in cui chiede scusa e sottolinea che Striscia la Notizia non è razzista. Anzi, fa pure cose contro il razzismo.
“Striscia la notizia, nei suoi oltre trent’anni di attività, ha tra i suoi temi più cari l’inclusione e la lotta al pregiudizio e ha SEMPRE dimostrato il suo sostegno alla comunità italo-cinese, dedicando tanti servizi contro il razzismo anti-asiatico, ricevendo per questo un pubblico attestato di stima dalla comunità cinese di Milano il 4 febbraio 2020″.
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Antonio Ricci: “A Diet Prada interessa stroncare i brand italiani”
L’anno scorso Antonio Ricci ha giustificato così le sue non-scuse.
“Striscia non ha chiesto scusa, anzi abbiamo denunciato Diet Prada: un giudice dovrà giudicare il loro comportamento strumentale, perché a loro interessa stroncare i brand italiani. Lo avevano fatto con Dolce e Gabbana e poi lo hanno fatto con Trussardi, attraverso Michelle Hunziker (allora sposata con Tomaso Trussardi, ndr). Quella degli occhi a mandorla era una parodia bambinesca. La nostra linea non può essere quella di abbassare la testa: la libertà di prendere in giro è una libertà fondamentale”.