Andrea Nicole svela perché ha scelto quel nome dopo la transizione e come si è approcciata a Uomini e Donne

03 Set 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

andrea nicole uomini e donne

Andrea Nicole in queste settimane sta suscitando molto interesse a livello mediatico perché è la prima tronista che siederà sul trono di Uomini e Donne che è nata nel corpo sbagliato e che per questo motivo ha fatto un percorso di transizione.

Intervistata da FanPage ha svelato com’è nata la sua collaborazione con Uomini e Donne.

“Prima ho mandato la mia candidatura online. Sono stata ricontattata e poi da lì ho iniziato i provini come chiunque altro. Non ho grosse pretese. Cerco un uomo comprensivo, intelligente e che non abbia paura del mio passato. Il nostro incontro [quello fra lei e Maria De Filippi, ndr] è andato molto bene. Non me lo aspettavo, perché non mi era stato detto che l’avrei vista. È stata una chiacchierata serena e confidenziale. Non c’era quel distacco, come tra persone che non si conoscono. Era curiosa di conoscere me e la mia storia. L’ho apprezzata perché mi ha messo subito a mio agio e nella condizione di potermi raccontare tranquillamente”.

Andrea Nicole: “Il nome Nicole è stato un vezzo, ho iniziato il percorso di transizione a 18 anni”

“Sin dall’infanzia ho avuto coscienza di essere una bambina. Quando sono riuscita a dare un nome a quello che mi stava succedendo, a quel malessere che avvertivo, ero tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori. A 15 anni ne ho parlato con i miei genitori. E quando ho cominciato il processo di transizione ne avevo 18. […] Non ho avvertito la necessità di cambiare il mio nome, Andrea, perché identifica la mia persona, che è sempre stata questa. Semplicemente avevo un corpo diverso e non per volontà mia. Nicole, invece, è un nome che mi è sempre piaciuto. È stato un vezzo. […] Il più momento doloroso penso sia stato quando ne ho parlato con i miei genitori. Ma non per la loro reazione. Perché in quel momento era la prima volta che mi toglievo completamente la maschera. È una cosa che da una parte ti libera e dall’altra ti appesantisce. Ti rendi conto di essere inerme e vulnerabile. Il momento più felice, invece, è stato quando i miei genitori hanno realizzato che quella era la strada giusta per me. Ho percepito a pieno il loro appoggio, il loro aiuto”.

Sono curiosissimo di vedere il suo trono, non vedo l’ora. Un bellissimo messaggio, grazie Maria.

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