Omofobia a Como, Thomas preso a sassate perché gay: “Mi lanciavano pietre mirando alla testa”

Nuovo caso di aggressione omofoba, questa volta nella provincia di Como.

22 Mar 2021 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

L’omofobia in Italia purtroppo è una realtà (al contrario di chi vorrebbe farla passare come favola inventata dai gay o come ‘roba superata’) e in questi giorni ne è un chiaro esempio quello che è successo a Jean Pierre in una stazione di Roma. Purtroppo quello della capitale un caso isolato e infatti questa settimana Thomas ha raccontato a FanPage un’esperienza analoga, che ha vissuto lo scorso 31 gennaio nel suo paese in provincia di Como.

“Mi hanno insultato chiamandomi ‘fr***o’, ‘ricc****e’. Il 31 gennaio eravamo appena usciti dalla zona arancione, ero uscito per fumare una sigaretta. Il tempo di finire di fumare e un gruppo di ragazzi, 15 persone, prima mi hanno offeso per il colore dei capelli e poi per l’orientamento. Ho ignorato gli insulti e hanno iniziato a lanciarmi pietre, mirando alla zona alta del corpo. Alcune pietre hanno sfiorato la testa. Ho iniziato a correre e ho chiamato i Carabinieri. Mi hanno detto che sarebbero passati con una pattuglia, ma nessuno si è presentato. Così sono andato a casa mia e sono crollato nella paura, anche per le piccole cose ho avuto il timore di andare in giro.

Di solito le autorità dicono di denunciare tutto qualsiasi cosa accada. Però due giorni fa mi hanno chiamato e un carabiniere mi ha detto che non era necessaria la denuncia, perché comunque non l’avrebbero presa in considerazione.

Avevo paura di parlare perché non volevo fare vittimismo, perché comunque c’è gente che ha problemi più gravi rispetto all’omofobia. Però penso che debba dare voce a questa cosa non solo per quello che è successo a me, ma appunto per tutte le persone che vengono discriminate non solo per l’orientamento sessuale, anche per l’etnia”.

Quanti calci, pietre, sputi dobbiamo ancora prendere prima che certi politici usino la parola “omofoba” associata ad “aggressione” e che in Parlamento facciano passare finalmente la legge contro l’omofobia firmata da Zan?

Stefano Marinetti Presidente di Arcigay Como commenta il caso di omofobia a Inverigo.

“La vicenda assume tinte ancor più fosche. Questo se si pensa che le Forze dell’Ordine avrebbero sconsigliato una denuncia formale perché ciò non avrebbe avuto alcun seguito. Quanto raccontato contiene indubbiamente indizi ed elementi di reato a sufficienza per aprire un’inchiesta. Cosa che, ai sensi dell’obbligatorietà dell’azione penale, non può essere lasciata cadere nel nulla; pena il “graziare” – per l’ennesima volta – una violenza divenuta ormai oggettivamente intollerabile.

Arcigay Como appoggia il coraggio di Thomas e la maturità delle sue parole. Ci stringiamo attorno a lui in questo difficile momento e lo sosterremo in quanto vorrà intraprendere per la giusta tutela dei propri diritti”.

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