Michele Bravi, la lettera di Morgan e il discorso sulla diversità

26 Mag 2022 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Michele Bravi ai Diversity Awards e la lettera di Morgan

In attesa del suo nuovo singolo, Zodiaco, in uscita domani, Michele Bravi è stato ospite dei Diversity Awards 2022. Il cantante de Il Diario Degli Errori durante l’evento ha parlato di diversità, di diritti ed ha raccontato un aneddoto di quando era ancora un bambino.

“Ogni occasione dove si può celebrare l’importanza di riconoscere dei diritti per tutti non solo per una comunità è di estrema importanza, c’è tanto bisogno di dichiarare non tanto una uguaglianza siamo tutti diversi ma la possibilità di accettare la diversità, le libertà, seppure diverse dalla nostra sono sempre libertà”.

Quando ero piccolo desideravo essere solo un suono, senza un corpo concreto, un’onda, una voce, una frequenza. – si legge su la Stampa – Da bambino sognavo un mantello dell’invisibilità perché quando nasci in un contesto che fatica a vederti e a riconoscerti, la soluzione più facile è adeguarsi o sparire. Contro tutto quel fango, la polvere del giudizio, che ti fa venire paura di guardare la tua stessa fragilità”.

Michele Bravi, la lettera di Morgan.

Dopo molti anni, qualche giorno fa Morgan ha rincontrato Michele Bravi sul palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano. I due non si vedevano da molto tempo, ma lo scorso febbraio Marco Castoldi aveva scritto una lettera per il giovane collega (dopo averlo visto a Sanremo) su Rolling Stone.

“Devo confessare che non avrei mai previsto che avrebbe fatto il salto vero. Dico una cosa grossa che non ho mai detto, tutti gli altri in confronto sembra che scherzino, lui è una cosa seria. Perché è tanto diverso dagli altri e viaggia in un’orbita molto ma molto distante da dove stanno gli altri. Questo non è merito mio perché io non lo frequento credo da otto anni, ma io posso dire di averlo trattato con cura, di aver onorato la sua delicatezza perché è anche la mia, ma questo Michele Bravi 2.0 non è merito mio. È la musica che decide.

Ma ora vorrei tanto tanto dirgli che sono fiero di lui come un padre, e presentarmi al suo cospetto e abbracciarlo e guardarlo in faccia senza neanche parlare perché ora potremmo comunicare telepaticamente, siamo sintonizzati sulla frequenza della musica, stesso orbitale, chissà cosa potremmo fare se ripetessimo una collaborazione musicale, ora che ha capito”.

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