Marco Bianchi, lo chef parla del compagno e della figlia: “Con lui ho creato una famiglia felice”

31 Mag 2023 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Marco Bianchi fidanzato

Chef, divulgatore scientifico, food mentor, autore, podcaster, conduttore, ma anche papà di Vivienne e fidanzato di Peppe, ecco chi è Marco Bianchi. Quattro anni fa, dopo il matrimonio con Veruska (da cui ha avuto sua figlia), Marco ha fatto coming out. Oggi in un’intervista rilasciata ad Alessio Poeta per Chi, lo chef ha parlato della sua storia con Peppe e di come l’ha fatto conoscere alla sua bambina.

“Peppe è un uomo stupendo. Ci siamo conosciuti grazie ai social dopo uno scambio di commenti sotto un post che avevo fatto a pochi minuti dal vaccino anti Covid. Una battuta prima, un messaggio dopo, fino a quando non ci siamo incontrati per un caffè, volante, a Roma. Caffè che poi, vista la durata, si e trasformato in un vero e proprio aperitivo, con tanto di bacio finale. Il resto è storia: lui ha lasciato la Capitale, ma non il suo lavoro d’infermiere.

Cosa mi ha fatto innamorare? L’autenticità. Non ha maschere. È se stesso, sempre. Come me, gioisce per i successi altrui.

Com’è il rapporto tra lui e mia figlia Vivienne? Bellissimo. Le ho parlato di lui nella maniera più semplice possibile, come suggerito anche dalla nostra terapeuta. Un giorno, dal nulla, l’ho presa da parte e le ho detto: “Papà ha incontrato un ragazzo che gli fa sentire le farfalle nello stomaco”. Le ho proposto di conoscerlo, ha detto subito sì, abbiamo mangiato una pizza ed eccoci qui adesso”.

Un ottimo esempio di amore e normalità. Forse solo le madri ‘severe e spaventate‘ possono non comprendere o sbigottirsi davanti a quello che in realtà è così naturale, da quella che è una famiglia.

Marco Bianchi, il coming out con l’ex moglie.

“Le ho detto che stavo bene con lei come amico. – ha dichiarato Marco Bianchi nel 2019 al Corriere della Sera – Perché quello che va oltre, probabilmente, lo sentivo con un uomo. Lei mi ha abbracciato forte. Dopo aver consultato alcuni esperti, abbiamo deciso di dirlo anche a nostra figlia. Le ho raccontato la verità.

Come mai un coming out tardi? Sentivo di provare affetto per i maschietti ma non potevo discuterne nella mia famiglia, fortemente cattolica e priva di strumenti. Ricordo quando mio papà inneggiava a un documento contro l’omosessualità della Congregazione della fede, quando mia mamma chiamava “poverino” l’amico gay di mia sorella o rispondeva alla vicina che giocavo con le bambole perché mi piacevano le bambine. Cosa potevo capire? Pensavo che essere gay fosse la cosa più brutta del mondo”.

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