LGBT
Giuseppe Giofrè: “Bullizzato perché gay e ballerino, volevano picchiarmi, ora i bulli mi sorridono”
Anthony Festa 04/06/2025

Dalla cameretta a Gioia Tauro dove sognava di ballare con il suo idolo, Britney Spears, Giuseppe Giofrè nel 2011 è partito per Roma, è entrato nella scuola di Amici ed ha anche vinto l’undicesima edizione del talent di Canale 5. Quella del 32enne è una delle carriere più brillanti di un ex amico di Maria, dopo Amici infatti ha pubblicato un disco, è volato negli Stati Uniti ed ha ballato con quasi tutte le più grandi popstar al mondo, da Jennifer Lopez, Ariana Grande, Taylor Swift, Nicki Minaj, Kylie Minogue, Dua Lipa e Camila Cabello, gli manca solo di esibirsi su un palco con la principessa del pop, anche se proprio con Britney ha condiviso la sala prove per la residency cancellata Domination.
La vita di Giuseppe Giofrè non è sempre stata rosa e fiori, si è guadagnato con il sudore quello che ha ottenuto in America, ma oltre ai sacrifici ha anche subito bullismo, sia per il suo orientamento, che per la scelta di seguire la sua passione, quella per il ballo. La storia di Giuseppe Giofrè purtroppo è quella di altre migliaia di ragazzini che si approcciano al ballo e che per questo vengono presi di mira dal branco.
E COMUNQUE GIUSEPPE GIOFRÈ HA BALLATO CON JENNIFER LOPEZ#Amici22 pic.twitter.com/UZO30gfUFU
— Ꮇ 🦔 (@karevismysun) September 25, 2022
Giuseppe Giofrè: “Ho incontrato i miei bulli, ora mi sorridono”.
“Se sono stato bullizzato perché ballavo? Molto, e non solo per questo. – si legge sul Corriere della Sera – C’erano dei ragazzini in paese che volevano sempre picchiarmi. Ero vittima di bullismo, sì. Ma non ho denunciato nessuno. Allora non si usava. Oggi ai ragazzi dico fatelo: denunciateli. Potevo essere “un ragazzo da pantaloni rosa”, assolutamente. Ora ne parlo tranquillamente perché ho superato tutto. Ma di ragazzini che fanno fatica ce ne sono tanti. E ora quando torno in paese sono il personaggio, quando arrivo è una festa: sembra che vedano la Madonna della Maria Santissima di Portosalvo, che è la nostra patrona. Vedono un bellissimo uomo, che ha avuto successo, che ha fatto carriera e balla con donne bellissime nonostante sia gay! Già perché prima era un problema per quei bulli che fossi gay, adesso invece pare abbiano un po’ imparato la parola e il suo significato.
Se ho incontrato i miei bulli? Sì. Ora però mi salutano e mi sorridono. Ma ripeto, sono andato avanti e forse sono quello che sono perché ho trovato la forza di continuare a seguire la mia passione, la mia strada nonostante loro, i bulli. Non sono riusciti a fermarmi e ora io sono qui e loro laggiù. Se mi viene mai voglia di dir loro qualcosa? No, perché per me i fatti sono più importanti delle parole e dei gesti. La risposta più bella è quella che non dai. La mia è la mia vita”.
In Italia parte della società (quella malata) non ci dice solo di dovremmo amare, ma che passione dovremmo seguire e per i maschi a quanto pare la danza non è contemplata. È evidente che il problema non è certo “la teoria gender”, ma un sistema malato alla radice, che come un cancro infesta il nostro paese e che miete vittime ancora oggi, nel 2025.