Essere gay in Italia negli anni ’80: dai Campeggi Organizzati allo stigma dell’AIDS

22 Giu 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

gay

L’Italia degli anni ’80 è caratterizzata dalla spensieratezza: i giovani ballano il Gioca Jouer di Claudio Cecchetto, in radio arrivano Jovanotti e Eros Ramazzotti ed al cinema sbarca la comicità di Paolo Villaggio e Adriano Celentano. Sono gli anni dei film di Pierino, di Heather Parisi contro Lorella Cuccarini e delle sorelle Loredana Bertè e Mia Martini, che ci regalano rispettivamente In Alto Mare ed Almeno Tu Nell’Universo.

Un decennio in cui gli omosessuali italiani – discriminati per l’ondata dell’AIDS che venne additata come malattia dei gay, delle prostitute e dei drogati – hanno tirato fuori le unghie ed hanno iniziato a farsi sentire anche politicamente.

L’omofobia conquista per la prima volta le copertine dei quotidiani nazionali e per questo nasce a Palermo ArciGay che fin da subito organizza dibattiti e manifestazioni ottenendo il supporto di alcune forze politiche di sinistra. Nel 1988 – alla Camera dei Deputati – la deputata del Partito Socialista Agata Alma Cappiello, presenta la proposta di legge Disciplina Della Famiglia Di Fatto: è la prima a portare in aula una proposta di legge in supporto della comunità LGBT+. Ovviamente non venne ascoltata.

Oltre ArciGay in quegli anni nacque anche il MIT (Movimento Italiano Transessuali) e venne fondata la rivista Babilonia, magazine LGBT di più lunga durata della storia: ha chiuso ufficialmente nel 2009, dopo 27 anni.

Essere gay in Italia negli anni ’80: i Campeggi Organizzati

Dal 1979 al 1988 si tennero ogni estate dei campeggi organizzati in cui gli omosessuali, provenienti da tutta Italia, potevano incontrarsi partecipando a dibattiti e spettacoli. Massimo Colombi, proprietario della libreria Babele di Milano, ha così descritto questi campeggi: “C’è una cosa importantissima di cui voglio parlare: i campeggi gay. Partecipavano dalle cinquecento alle ottocento persone che venivano da tutta Europa. Era stupendo. Per la prima volta gli omosessuali italiani stavano assieme in vacanza“.

A fare questi campeggi organizzati sono sempre stati Felix Cossolo ed Ivan Teobaldelli, ovvero i fondatori della rivista Babilonia sopracitata. Un’organizzazione difficile a causa proprio dello stigma dell’AIDS.

L’ultimo fu a Porto S. Elpidio, e non ne volli più organizzare perché per noi non era più una vacanza, ma una sofferenza” – ha dichiarato Felix Cossolo – “Dovevamo giustificare la nostra presenza in un periodo in cui si cominciava a parlare dell’Aids e noi venivamo identificati come i portatori della ‘peste’. Quindi ogni giorno eravamo costretti a organizzare dibattiti, conferenza stampa, manifestazioni per difenderci dagli attacchi continui per dimostrare che un bicchiere bevuto al bar non era fonte di contaminazione, che le nostre lenzuola portate in tintoria non creavano problemi, ecc ecc“.

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