Demi Lovato parla della sua identità non binary: “Vi chiedo di provare a usare il pronome ‘loro'”

14 Lug 2021 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Demi Lovato è non binary

Dopo aver rivelato di essere attratt* soltanto da donne, Demi Lovato lo scorso maggio ha fatto coming out rivelando di essere non binary. L’artista ieri è tornat* a parlare ai suoi fan e li ha tranquillizzati, dicendo loro che se sbagliano ad usare il pronome giusto non è un dramma, l’importante è che ci provino.

“Ho sentito il bisogno di postare questo pensiero perché spesso trovo che il cambiamento dei pronomi possa essere fonte di confusione per alcuni e difficile da ricordare per altri. Per me è importante che voi ci proviate, ma se commettete un errore, va bene.

Se sbagliate ad utilizzare i pronomi che mi rappresentano, non fa nulla. Alcune volte sbaglio anche io i pronomi con cui preferisco essere identificat*! È un lungo percorso cambiare i pronomi che ho utilizzato per definirmi per tutta la vita. Ed alcune volte è difficile ricordarselo. E se provate a rispettare la mia verità, allora il cambiamento verrà in automatico. Sono solo così grat* per il vostro sforzo sforzo nel cercare di ricordare ciò che significa così tanto per il mio processo di guarigione.

Ho sentito il bisogno di pubblicare questo post perché spesso penso che il cambiamento dei pronomi possa essere confusionario per qualcuno, o difficile da ricordare per altri. Riguarda le vostre intenzioni. Vi chiedo di provarci, ma se fate un errore non fa nulla. Ricordate che vi amo”.

Un messaggio davvero positivo, perché sbagliare è normale (capita anche a me), l’importante è l’intenzione e l’impegno nel cercare di rispettare tutt*.

Il post di Demi Lovato.

La sociolinguista Vera Gheno e l’uso dei pronomi per le persone non binary.

“Nei paesi anglofoni – spiega la Gheno a La Repubblica – si sta diffondendo l’uso di specificare, tra parentesi, i pronomi personali con i quali si vuole essere appellati: ad esempio Vera Gheno (she/her). Questo accade per gli account social come pure nelle firme delle email, perfino nei poster di panel e convegni. Se questa fosse la soluzione adottata dalla maggioranza delle persone che non si riconoscono nel maschile e nel femminile, anche ‘loro’, con tutti i suoi limiti, potrebbe entrare nell’uso: le scelte dei parlanti non sono sempre ‘logiche’.

Ci sono tante sperimentazioni venute dal movimento lgbtq+ e femminista, come l’asterisco, la x, la u, la y, la barra, l’apostrofo, lo schwa, eccetera. – si legge su Repubblica – Ognuna di queste soluzioni ha i suoi vantaggi e svantaggi. Bisogna prendere atto dell’esistenza di un limite espressivo sentito da alcuni membri della nostra comunità linguistica, come le persone non binarie, e lavorare alla ricerca di una soluzione accettabile per tutti, tutte e tutt3”.

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