logo

Gossip

Chiara Ferragni: quanti soldi darà a ogni cittadino che si è sentito ingannato dalla pubblicità del Pandoro

Fabiano Minacci 28/12/2024

article-post

Il Codacons e Chiara Ferragni, come sappiamo, hanno trovato un accordo e l’associazione per la tutela dei consumatori ha deciso di ritirare la denuncia per truffa aggravata. Questo perché l’imprenditrice digitale si è impegnata a soddisfare alcune richieste. Fra queste: il pagamento delle spese legali sostenute per il procedimento giudiziario; un indennizzo per tutti coloro che si sono rivolti al Codacons sentendosi ingannati dalla pubblicità del Pandoro Pink Christmas e una donazione di 200 mila euro “a favore di un ente scelto d’intesa da Chiara Ferragni ed il Codacons, con preferenza accordata ad iniziative che supportino le donne vittime di violenza“.

A quanto ammonta l’indennizzo per il Pandoro

La domanda che tutti si sono posti è stata: quanti soldi otterranno i cittadini che si sono sentiti ingannati dalla pubblicità del Pandoro Pink Christmas e per questo motivo si sono rivolti al Codacons? La risposta è: 150 euro.

L’accordo con Chiara Ferragni rappresenta un clamoroso successo per tutti quei consumatori che avevano acquistato il pandoro ‘Pink Christmas’ e che, dopo la sanzione dell’Antitrust, si erano rivolti alla nostra associazione allo scopo di ottenere un rimborso. Un successo dimostrato dai numeri, che parlano da soli: gli acquirenti del pandoro che chiedevano un rimborso di 5,69 euro, pari alla differenza tra il prezzo del pandoro ‘normale’ Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro), otterranno ora un indennizzo di 150 euro ciascuno, proprio grazie all’accordo raggiunto dal Codacons. Risarcimento che, è bene ribadirlo, andrà ai consumatori, e non certo al Codacons, dal momento che l’accordo con Ferragni non prevede alcun indennizzo all’associazione, ma solo il rimborso delle spese legali sostenute per il procedimento giudiziario, come prevede espressamente la legge”.

Il risultato secondo Carlo Rienzi del Codacons è “oltre ogni aspettativa“, questo perché – qualora ci fosse stato un processo – “i consumatori coinvolti avrebbero dovuto avviare una lunga trafila giudiziaria per costituirsi parte civile, con spese legali ed esiti del tutto incerti, dal momento che i giudici, come spesso avviene in Italia, avrebbero potuto negare qualsiasi rimborso o risarcimento alle parti”. “Siamo pienamente soddisfatti dell’intesa raggiunta con Chiara Ferragni” – ha concluso Rienzi – “che non cancella assolutamente le irregolarità riscontrate dall’Antitrust, ma consente di riconoscere finalmente e in modo definitivo i danni subiti dai consumatori, garantendo ciò che chiedevamo fin dall’inizio: giustizia per chi, in buona fede, aveva acquistato il pandoro credendo di devolvere soldi all’ospedale Regina Margherita di Torino”.

Potrebbe interessarti anche