Roberta Bruzzone sull’AresGate: “Tarallo dice che dietro a Rosalinda ci sono persone che hanno distrutto Losito”

Dietro a Rosalinda c'è una strana regia? Le parole di Tarallo e la riflessione della criminologa Bruzzone.

16 Mar 2021 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

A Non è l’Arena anche Roberta Bruzzone ha detto la sua sull’AresGate. Secondo la famosa criminologa non ci sono i presupposti per legare la società di Tarallo e il contesto di Zagarolo ad una setta.

“Le cose che hanno riferito sono da indagine d’ufficio, visto che hanno segnalato una presunta istigazione al suicidio. Quando uno fa queste dichiarazioni è più che naturale che la Procura decida di indagare. […] Era una gabbia dorata, ma appena si è spostata di privilegi ha fatto anche presto a spostarsi di contenuti. Di solito quando c’è un contesto di manipolazione settaria non è così facile uscirne. Non mi pare che sia accaduto in questo scenario. Come è cambiato il vento ed è caduto il carro dei vincitori, altrettanto velocemente si è svuotato quel carro”.

L’ospite di Giletti ha anche fatto riflettere sulle frasi più pesanti pronunciate da Tarallo. Alberto infatti sostiene che dietro a Morra e la Cannavò ci sarebbe un burattinaio.

“Mi sono rivista l’intervista di Tarallo e lui dice ‘le persone che hanno annientato Teo, non riusciranno ad annientare me’. Quindi è evidente che lui ha in mente degli interlocutori ben precisi, in base alla regia che ha individuato dietro a Morra e Adua. Considera i ragazzi come due pedine nelle mani di qualcun’altro che ha un livello di pericolosità maggiore. Ricordate che lui dice proprio che chi ha distrutto Losito non riuscirà a rovinare lui, questo è uno dei passaggi più inquietanti”.

E chi sarebbero queste persone che vogliono distruggere Tarallo e che hanno annientato Losito?

Roberta Bruzzone sulla morte di Teodosio Losito.

“Guardi io mi occupo di valutazioni di scenari di persone che si tolgono la vita, per valutare la possibile istigazione. Qui c’è la base principale di una persone che vuole togliersi la vita, ossia un profondo, insanabile, insuperabile dolore psichico. Il soggetto intravede nella morte l’unica via d’uscita per sottrarsi al dolore che ha”.

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