Il regista del video di Mille risponde alla drag queen che aveva definito un incubo lavorare con lui
24 Giu 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti
Mille di Fedez con Achille Lauro ed Orietta Berti continua a far parlare ed ai microfoni di SkyTg24 il regista del video, Antonio Giampaolo, ha risposto alla polemica fatta esplodere da una delle comparse presenti nella clip, la drag queen Paola Penelope, che aveva etichettato quella esperienza come un incubo.
Fedez, le drag queen apparse nel video ‘Mille’ scrivono al cantante: “Un incubo, devi sapere cosa è successo in tua assenza” https://t.co/ZW78jMG7Yv #Mille
— BICCY.IT (@BITCHYFit) June 14, 2021
“Non intendo continuare la polemica ma voglio spiegare che ci dispiace non aver garantito la visibilità che Paola si aspettava. La nostra azienda racconta spesso tematiche LGTB e siamo molto sensibili al tema, quindi queste accuse ci sembrano fuori luogo. Penso che ci sia stata un’incomprensione“.
Dopo l’uscita del video di Mille, Paola Penelope ha pubblicato un messaggio su Facebook con pesanti accuse rivolte alla produzione, sostenendo di essere stata trattata senza rispetto dai collaboratori del rapper. Nel dettaglio la nota drag queen ha accusato la produzione di mancanza di organizzazione (si parla di ritardi ecc), di aver messo lei e l’altra sua collega drag alle estremità di una scena corale e di aver sentito la parola “trans” rivolta nei suoi confronti.
Il regista: “A Paola Penelope camerino con aria condizionata, nessuna offesa”
A queste precise accuse Antonio Giampaolo ha replicato: “Abbiamo trattato Paola con riguardo. Aveva un camerino personale dotato di aria condizionata a uso suo e della collega, dal momento che il loro vestiario di scena è molto complesso, così come il trucco“.
Ha poi aggiunto che l’artista è stata già pagata “il giusto, secondo quanto prevedono i compensi delle comparse” e che ha firmato la liberatoria.”Per quanto riguarda il fatto che l’aiuto-regista abbia urlato al megafono ‘trans’, lo nego io come lo negano altre 68 persone presenti. L’ha sentito soltanto lei, che si trovava su un terrazzo a 70 m di distanza. Sono certo che ci sia stata un’incomprensione vista la distanza tra Paola e l’aiuto-regia ma ciò che a noi preme è che non si dica che il mondo dei videoclip sia discriminatorio. Noi ci teniamo a veicolare messaggi di parità di genere, si tratta di tematiche a cui siamo estremamente sensibili. Quindi questa è stata una polemica che lascia il tempo che trova“.
E ancora:
“Lavoriamo cercando di far sentire le persone come se fossero a casa propria. Sul set di Mille c’erano anche Francesco, un violinista di 60 anni, così come una signora settantenne. Tutti hanno svolto il proprio lavoro senza lamentarsi, anzi: molti si sono complimentati per come sono stati trattati. Tutti hanno avuto lo stesso cestino, il menù era uguale per tutti, sia per gli artisti sia per le comparse sia per i collaboratori. Uguale per tutti per non fare distinzione. Ci dispiace enormemente vedere accostato il nome del mondo del videoclip a cose per noi deprecabili come l’omofobia. Penso ci sia stata un’incomprensione alla base. Forse Paola pensava che sarebbe stata più presente nel video, credeva di apparire di più. Ma si tratta di un videoclip con 60 comparse, addirittura alcuni dei presenti alla fine non si sono visti nel montaggio finale ma nessuno si è lamentato“.