Raffaella Carrà, l’ultimo gesto prima di salutarci

11 Lug 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 5 minuti

Raffaella Carrà e la sua bella donazione

Non soltanto un’icona LGBT, una regina della tv e una cantante internazionale, ma anche una donna vicina a chi aveva più bisogno, anche questo era Raffaella Carrà. La star del Tuca Tuca abitava a Roma, ma in estate passava molto tempo a Porto Santo Stefano e proprio lì ha collaborato in più occasioni con la Misericordia. Qualche settimana fa l’ultimo gesto, Raffaella ha donato la sua palestra di 160 metri quadri alla Misericordia e l’ha fatto in silenzio, senza annunci, senza fare rumore.

Roberto Cerulli e gli aiuti di Raffaella Carrà.

Il governatore della Misericordia ha parlato di tutte le volte che la Carrà ha voluto fare donazioni per aiutare chi aveva più bisogno.

“Ricordo la prima volta che la incontrai: erano passati alcuni giorni dal naufragio della Nave Concordia e lei mi cercò per fare da tramite per aiutare un familiare di un disperso: quella mattina mi consegnò un assegno per lui. E lo volle fare tramite la nostra associazione per non apparire e ci chiese di mantenere il riserbo. Rimasi ammirato da questo gesto. E quando mi prodigai per consegnare questo assegno la mettemmo in contatto con questo ragazzo e, al telefono, cercò di incoraggiarlo nonostante la perdita del familiare”.

La solidarietà per il terremoto dell’Aquila.

“E ancora per il terremoto all’Aquila. Cercò di nuovo la Confraternita per far arrivare materiale scolastico per i ragazzi. Ricordo che ‘svuotò’ una cartolibreria di Porto S. Stefano e ci portò zaini, quaderni, penne, colori…. Organizzammo subito una spedizione con un nostro furgone e affidammo tutto il materiale alla Misericordia del posto per poterla distribuire ai ragazzi per la ripresa dell’anno scolastico. Anche lì ho potuto ‘toccare’ con mano la sua sensibilità verso situazioni di sofferenza e di emergenza”.

La donazione per l’ospedale di Grosseto.

“E ancora in tempo di pandemia. Lo scorso anno la nostra associazione promosse una raccolta per poter donare un respiratore alla rianimazione dell’Ospedale di Grosseto. Era il momento in cui in Lombardia queste apparecchiature non si trovavano più e si parlava di ‘scelta’ dei medici di attaccarli ad un paziente piuttosto che ad un altro. Apparecchiature salva-vita il cui costo superava i 18.000 euro. Una cifra impegnativa…ma noi tentammo. A pochi giorni dalla pubblicazione sui giornali di questa iniziativa ricevetti una telefonata con il prefisso di Roma. Era lei. “Roberto ho saputo della vostra raccolta. State tranquilli.

Ho dato mandato alla banca di effettuare un bonifico per l’intera cifra. Affrettatevi a comprarlo”. Anche lì rimasi senza parole. E grazie al suo gesto la raccolta decollò a tal punto che riuscimmo addirittura ad acquistarne due e donarli all’Ospedale di Grosseto. Anche per questo gesto non voleva ‘far rumore’: insistetti per fare un comunicato stampa perché riuscii a convincerla che altri avrebbero potuto imitare il suo gesto. Acconsentì”.

Raffaella Carrà, donazione dell’immobile a Porto Santo Stefano.

“E poi arriviamo a poche settimane fa, a Roma, dal suo notaio. Mi chiamò qualche giorno prima “Roberto, sono Raffaella ho pensato una cosa: vorrei donarvi un mio immobile che ho a Porto S. Stefano. Potrete farci le vostre attività…”. E io ancora senza parole. Tentai di ringraziarla…ma niente: non me lo permetteva. Ci avrebbe regalato un suo fondo di oltre 160 metri quadrati a Porto S. Stefano in Via Panoramica. Con Renato andammo a vederlo: un regalo grandissimo per il suo valore immobiliare. E così la incontrammo a Roma dal notaio. E anche lì la sua presenza si caratterizzo dall’accoglienza, dalla disponibilità e dalla dolcezza. Intrattenne con noi tanti discorsi e come accennavamo a qualche tipo di ringraziamento sviava sempre il discorso.

In quell’incontro ebbi però uno strano presentimento; nonostante la sua dinamicità di sempre rimase con gli occhiali scuri e la mascherina ben messa: sembrava che volesse nascondere qualcosa…e forse, alla luce di questa tragedia, penso volesse tenere per se il suo brutto segreto e non mostrarlo a nessuno. Le donammo un quadro con uno scorcio bellissimo di Porto S. Stefano, uno scatto del nostro volontario Marco Solari che dall’alto del suo drone metteva insieme la nostra sede, il bellissimo lungomare e la piazza.

E sulla destra una dedica a lei: “A Raffaella Carrà, quale piccolo segno di riconoscenza e gratitudine da parte di ogni volontario che, grazie al suo gesto, trova lo stimolo per un rinnovato impegno di servizio a favore dei sofferenti e bisognosi”. Ci salutammo semplicemente, con una foto ricordo che quasi non voleva fare. E alla mia domanda: “Signora posso fare un piccolo comunicato per rendere pubblica questa donazione?”. “No Roberto, non è il momento….” E con il suo atteggiamento evasivo mi fece capire che avremmo dovuto aspettare un po’ a dirlo. Ed oggi riteniamo che quel momento si arrivato.

L’ultimo ‘contatto’ l’ho avuto il 18 giugno scorso per il suo compleanno. Le mandai un messaggino di auguri da parte di tutti i volontari per il tramite di un suo collaboratore e non mancò il ringraziamento ‘La signora Carra’ vi ringrazia tanto’. Ma in quel momento, sappiamo oggi, il suo male stava velocizzando la sua aggressione, per portaci via la nostra bella, brava e amata Raffaella Carrà”.

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