Rabbia del padre di Michele Merlo: “Terapia sbagliata, dottore non professionale, mandato via dal pronto soccorso”

Il papà di Michele si sfoga e fa delle rivelazioni.

06 Giu 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Rabbia del papà di Michele

Che un ragazzo di soli 28 anni sia in un letto d’ospedale a lottare tra la vita e la morte fa tanta rabbia e lascia senza parole. A questo però si aggiunge il fatto che Michele Merlo da giorni non stava bene, aveva la febbre alta, le placche, mal di testa e degli ematomi e per questo si era presentato al pronto soccorso. E proprio un medico gli avrebbe detto di non intasare il pronto soccorso per “due placche in gola”. Il papà del cantante ha sfogato la sua rabbia parlando anche di un medico “non professionale” che avrebbe fatto degli errori. In ogni caso speriamo che nonostante questi sbagli Michele Merlo tenga duro e superi questo momento drammatico.

La rabbia del padre di Michele.

“È andato al pronto soccorso di Vergato in piena autonomia. Lamentava dei sintomi che un medico accorto avrebbe colto. Aveva una forte emicrania da giorni, dolori al collo e placche in gola, un segnale tipico della leucemia. Se l’avessero visitato avrebbero visto che aveva degli ematomi.

Non abbiamo un referto medico ma un braccialetto col codice a barre che io ho a casa. E un audio che mio figlio ha mandato alla morosa: ‘Sono inca***to, mi hanno detto che intaso il pronto soccorso per due placche in gola’. Invece lui era stanco”. Michele aveva due braccia così. Faceva sport, non beveva, non ha mai usato sostanze, gli piaceva la bella vita, mangiare bene, le cose belle, ha girato l’Italia in lungo e in largo.

Non posso dire se ha riferito al medico di avere, oltre agli altri sintomi, sangue dal naso – come ha avuto – e giramenti di testa.  A Vergato gli hanno dato degli antibiotici da prendere: quando l’hanno mandato a casa aveva 38,5-39 di febbre. Ma non fidandosi, il giorno dopo ha chiamato il suo medico di famiglia a Bassano, che invece gli ha consigliato un altro antibiotico. Senza vederlo, però.

La terapia iniziale era sbagliata a prescindere. Il primo soccorso, nella serata in cui mio figlio è finito in ospedale, è stato condizionato da un medico non proprio professionale che non può fare quel tipo di interventi, non tiene la tensione quando è sotto stress. Non voglio puntare il dito contro nessuno. Mi interessa che certi errori non si debbano ripetere, se di errori si tratta. Che chi ha sbagliato così oggi non sbagli domani”.

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