Piero Pelù sul caso di Fedez: “Anche a me la Rai ha chiesto di non sparare troppe bombe”

Il cantante di Toro Loco dice la sua su Fedez al Concertone del Primo maggio.

03 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo Giuseppe Conte e Laura Boldrini, anche Piero Pelù ha difeso il discorso di Fedez contro gli omofobi. Il cantante di Regina di Cuori intervistato dal Corriere della Sera ha spiegato che a lui sarebbe stato detto di non “lanciare troppe bombe al concerto del 1° maggio”.

“Fedez l’ho sentito in diretta come tutti voi, quel best of di tutte le esternazioni omofobe di un partito che ancora deve 49 milioni di euro agli italiani l’ho trovato ineccepibile, non faceva una grinza.

Se anche a me è stato chiesto di censurarmi? Censura no, ma diciamo però che la Rai mi ha chiesto di non sparare bombe troppo grosse, che sarebbe stato un Primo Maggio delicato, di non essere troppo aggressivo insomma.

Fedez dicono che abbia passato il testo per farlo “gobbare” ai tecnici, perché potesse leggerlo meglio in diretta e che da lì sia nata tutta la vicenda con l’intervento successivo della Rai.  – ha concluso Piero Pelù – Se è stato un trabocchetto, allora è un genio, ma io questo non lo so”.

Presunte censure a parte, io non capisco davvero chi critica il discorso di Fedez. Il rapper si è limitato a riportare le parole di alcuni politici leghisti, se qualcuno si dovrebbero vergognare questi sono loro.

Piero Pelù e i Litfiba banditi dopo l’attacco a Papa Wojtyla.

“Fummo banditi per quattro anni, ostracizzati letteralmente e mai più invitati. E di fatto quando tornammo, nel 1997, sfumarono il nostro intervento ancora prima che ci esibissimo e ho sempre pensato fosse stata una sorta di censura preventiva. E dovetti così aspettare, da solista, il 2001”.

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