Mamma del ‘ragazzo dai pantaloni rosa’ che si è tolto la vita per omofobia scrive a Pio e Amedeo

Teresa Manes pubblica i messaggi omofobi che riceveva suo figlio.

04 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo molti volti del mondo dello spettacolo oggi anche Teresa Manes ha criticato i siparietti di Pio e Amedeo. La mamma di Andrea Spezzacatena (che si è tolto la vita a novembre del 2012 dopo l’omofobia dei compagni) ha spiegato come le parole possano far male tanto quanto le aggressioni fisiche. Il ragazzo “dai pantaloni rosa” infatti dopo anni di offese omofobe non ce l’ha più fatta. Venerdì mamma Teresa è rimasta scioccata da quanto visto a Felicissima Sera ed ha deciso di scrivere una lettera a Pio e Amedeo, aggiungendo anche alcuni dei messaggi che riceveva suo figlio.

La lettera della mamma del ragazzo dai pantaloni rosa.

“oddio l’ho abbracciata e poi gli ho toccato la mano òòòò mio dio òòòò” (leggila cn la voce da fr***o) (19/09/12)

o spe, me stavo a mette il pigiama, nn lo trovavo e quindi mi sn messo una maglietta rosa e i pantaloni arancioni……….semo in 2, me manca solo lo smalto XD (19/09/12)

oh dio ma te 6 masochista……….oddio ho paura, cmq se nn riesci a finirlo…………………………….. APPARECCHIA IL C**0!!!!!!!!! hahahah (04/11/12)

lo vuoi il pene eh? (11/11/12)

ahahha certo ………….. amore (15/11/12)

ehhhhh zozza ….. mo te kiameremo pippi pia c**zi lunghi (18/11/12)

ahahahhaha xkèèèè iiiiooooo ho abusato di te nel soonnnooo ahahaha (18/11/12)”

Queste sono estratti di conversazione in chat rivolte a mio figlio Andrea.

Mio figlio rideva nel sentire queste frasi.
Andrea Spezzacatna, noto alla cronaca come “il ragazzo dai pantaloni rosa” è stato una VITTIMA COLLUSIVA.
2 giorni dopo, quell’ultima conversazione in chat si è tolto la vita.
Aveva 15 anni e 6 giorni.

Mi piacerebbe che Pio e Amedeo leggessero queste 4 righe e il dolore di cui sono intrise perché possano capire (o, almeno, spero vi riescano) il male che possono fare quelle loro ” battute” omofobe.

Non so se questi 2 “artisti” hanno figli ma gli auguro di non provare mai cosa significhi sopravvivere al peso di un’ignoranza gratuita, derivata dai danni da pregiudizio.

Gli stessi pregiudizi che in tanti cerchiamo di abbattere con anni d’impegno sociale e che loro hanno rinforzato con qualche minuto di cattivo gusto.

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