La sinistra riparta da Emma, il discorso su voto e diritti al suo concerto

14 Giu 2024 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Sinistra con Emma

Chi segue Emma Marrone sa che si è sempre spesa per diverse battaglie sociali, da quella per la parità di genere, a quella sulla lotta contro l’omofobia. Per la seria ‘la sinistra riparta da’, ieri sera la cantante di Apnea al suo concerto al PalaExpo di Moncalieri ha preso qualche minuto per fare un bel discorso ai suoi fan accorsi a vederla. Emma ha parlato di diritti, giustizia, ma anche di astensionismo, di chi pensa che andare a votare sia inutile perché destra e sinistra solo etichette fake o facce della stessa medaglia.

Emma ha dichiarato che tra chi non ha tutti i diritti che gli spettano c’è anche lei e si riferisce al fatto che lei da donna single non possa avere un bambino: “Non siamo libere di gestire il nostro corpo e questa è una violenza. – ha dichiarato la cantante un anno fa – Viviamo in un Paese in cui una donna per avere un figlio da sola deve andare all’estero perché la fecondazione assistita non è prevista. Non puoi andare dal tuo ginecologo a chiedere il seme di un donatore perché vuoi un figlio. Nemmeno quando hai quarant’anni e sai benissimo che l’amore della tua vita non lo troverai presto“.

La sinistra riparta da Emma: il discorso al concerto di Moncalieri.

“Poi ci sono le persone che non sono andate a votare perché ‘tanto non cambia un ca**o’. No, se voti qualcosa cambia. Sono delusa di vivere in un paese dove nel 2024, tra un po’ saremo nel 2025 e ci sono ancora persone che non hanno gli stessi diritti, me inclusa, me compresa. Mi dispiace vivere in un paese dove non è vero che la legge è uguale per tutti e non credo che le pene siano uguali per tutti.

Dove ci facciamo tutti grossi perché siamo nati nel cotone, nella bambagia, con la famiglia alle spalle e non ci rendiamo conto che ci sono tanti ragazzi che tutte queste opportunità che abbiamo avuto noi non le hanno avute e se fanno delle cavolate forse vanno giudicati in maniera diversa, con più empatia. Perché magari non sono cresciuti con il paparino  che gli pagava le scuole, i vestitini, le scarpe firmate e l’università. I criminali veri stanno in giro. Un grazie a Fabri Fibra per avermi fatto far parte di un progetto grande come ‘In Italia’. Perché purtroppo dopo tanti anni il testo è sempre lo stesso, perché l’Italia è sempre la stessa. Peccato, perché io ci vivo in questo paese e ci pago le tasse come tutti voi. Forse meritiamo qualcosa di più”.

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