Jessica, Lulù e Clarissa: ecco perché loro padre è in carcere

30 Set 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

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Jessica, Lulù e Clarissa hanno il padre in carcere, parola del settimanale Oggi.

Dopo aver scoperto che le tre potrebbero non avere sangue reale ora il focus è su loro papà, attualmente in una cella in Lussemburgo. A parlarle è stata anche la tv svizzera che ha sottolineato come Aklile Berhan Makonnen Hailé Selassiè sarebbe stato arrestato in Lussemburgo su ordine della procura ticinese.

L’accusa sarebbe un “raggiro da oltre 10 milioni di franchi” che avrebbe compiuto proponendolo a tre investitori.

“Una trattativa che il principe sosteneva di avere avviato con lo stato tedesco per I’incasso di vecchi bond, obbligazioni che la Germania, con le sue riserve auree come garanzie, aveva emesso net 1922 per rispettare gli impegni assunti con il trattato di Versailles. Il valore dei titoli ammonterebbe a miliardi”.

Il presunto raggiro sarebbe stato avviato nel novembre del 2018 e il tribunale lo avrebbe condannato per truffa e falsità di documenti. Dal carcere dovrebbe però uscire fra circa tre mesi.

Jessica, Lulù e Clarissa non sarebbero vere principesse

Oggi rivela che le tre “principesse etiopi” non sono in realtà principesse, cioè discendenti dal Negus Heilé Selassié, e che il loro padre, Aklile Berhan Makonnen Hailé Selassié, è stato arrestato in Lussemburgo a giugno ed estradato da alcune settimane in Svizzera, dove sarà trattenuto almeno tre mesi nel carcere di Lugano. […]  Il settimanale Oggi è in grado di rivelare che Giulio è nato effettivamente in Etiopia, figlio di un giardiniere italiano che lavorava nel palazzo imperiale di Hailé Selassié.

Il bambino giocava con i nipoti di Hailé Selassié ed era ben voluto dalla famiglia imperiale che lo considerava come uno di loro. Rientrato in Italia, ha vissuto il sogno di recuperare l’immenso tesoro del Negus. Fu così che convinse alcuni discendenti legittimi di Hailé Selassié, ormai poveri in canna che vivevano in vari Paesi, a firmargli una delega e a chiudere un occhio sulla sua affermata discendenza dal duca di Harar, secondogenito dell’imperatore. Riuscendo infine a far modificare i suoi documenti e a farsi passare per il terzo nella successione imperiale etiope”.

 

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