Eros Ramazzotti e altri artisti rinunciano a giocare a La Partita del Cuore dopo le polemiche: “Non scendiamo in campo”

Eros e altri artisti rinunciano all'evento.

25 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Eros Ramazzotti

Quello che è successo ieri sera ad Aurora Leone non sta passando inosservato (per fortuna). Poco fa Eros Ramazzotti ha fatto sapere che stasera non scenderà in campo a La Partita del Cuore.

“Sono molto dispiaciuto per quello che è accaduto ieri sera tra Aurora di The Jackal e alcuni dirigenti della nazionale cantanti.
Sono venuto a Torino per sostenere la Ricerca e supportare le persone fragili e mi trovo coinvolto in una situazione estremamente sgradevole.

Sono da sempre contro ad ogni forma di violenza e mi dissocio completamente da ogni atteggiamento discriminatorio .

La nazionale cantanti nasce su altri presupposti e con l’ambizione di essere un modello positivo ma a queste condizioni , con questa dirigenza, non me la sento di scendere in campo.

In attesa di chiarire l’accaduto nelle opportune sedi, farò la mia parte donando direttamente e personalmente alla fondazione Piem Ricerca sul Cancro di Candilo, guidata da Donna Allegra Agnelli.
Eros Ramazzotti”.

Così si fa!

Non solo Eros Ramazzotti.

Stamani anche Andrea Mariano dei Negramaro ha fatto sapere che se chi ha discriminato Aurora non chiederà scusa, lui non giocherà: “Come tanti artisti, non ho assistito ai fatti accaduti per poter dare un giudizio univoco, ma sono stato testimone della rabbia di Ciro e delle lacrime di Aurora per un torto che non dovrebbe essere subito da nessuno, in nessun caso simile e in nessun’altra occasione. Spero vivamente che chi ha commesso questo grave errore sia pronto a prendersene le responsabilità e a fare le doverose scuse. Se ciò non dovesse accadere non mi sento nella condizione di partecipare all’incontro di domani”. Dello stesso pensiero anche Alberto Guidetti dello Stato Sociale: “Come uomo di spettacolo e di sport non posso accettare di stare in un luogo dove il regolamento interno sia apertamente discriminatorio e sessista”.

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