AresGate: Tarallo risponde all’accusa di istigazione al suicidio e legge la lettera che il compagno ha scritto prima di togliersi la vita

Tarallo legge l'ultima lettera scritta da Teodosio Losito.

05 Ott 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Lo scorso 23 settembre , il giorno dopo aver fatto scoppiare l’AresGate, Adua Del Vesco ha parlato di ‘istigazione al suicidio’ in merito alla morte di un suo caro amico (Teodosio Losito). Ieri sera Alberto Tarallo è stato a Non è L’Arena anche per rispondere a questa grave affermazione dell’attrice.

“Le altre cose che hanno detto appartengono quasi al folclore, ma questa è una cosa che non posso perdonare. Per questa cosa provo solo ribrezzo e schifo”.

Tarallo ha voluto leggere la lettera che Teodosio Losito ha scritto prima di togliersi la vita, che sarebbe anche una prova del fatto che non c’è stata nessuna istigazione al suicidio da parte del produttore.

“Alberto, non sai quanto sono dispiaciuto per te. Per questo epilogo che ti farà molto soffrire. Non avere rimpianti e rimorsi in futuro, questa è una mia scelta e tu non hai colpe. Questo è un pensiero che da mesi non mi ha mai abbandonato e si è ripresentato e l’ho annullato, ma oggi sta vincendo lui.

Sono io che ho rimorsi e rimpianti, ma non posso tornare indietro e non riesco ad andare avanti. E’ un anno che combattiamo contro i mulini a vento e mi sono spesso appoggiato alla tua forza. Io ho vissuto come se avessi avuto l’anestesia che scorreva nelle vene. I miei errori di scelte sbagliate, quelle nei tuoi confronti, hanno creato un carico di insicurezza per come agire. Ho sbagliato soprattutto con te, i dubbi che ho potuto avere negli anni scorsi li ho cancellati proprio nel momento più difficile complicato e questo mi fa sentire ancora più una m***a verso di te.

Ci hanno preso per il c*** hanno usato una cattiveria più estrema per farmi e farci del male e ancora non riesco a capirne il motivo. Come da prassi si è creato il vuoto intorno a me, a noi. Il carro non è più quello dei vincenti. A chi abbiamo dato tutto di noi stessi ci ha sputato in faccia e oggi giudica e siamo dei rami secchi, che pena. Sono stanco di vivere nello squallore degli altri e sentirmi fuori luogo in imbarazzo con te o per me stesso.

È una vergogna insopportabile a volte ingestibile. I miei sensi di colpa verso di te sono così dolorosi che mi spezzano il cuore, da solo avrei sopportato meglio di più. Vedere te che amo e ora immensamente più di prima, che sei coinvolto in questo mio fallimento tuo malgrado, mi dilania la mente e il corpo. Perdonami se potrai, perché credo che dove andrò col tuo perdono per trovare forse un po’ di serenità. Ti amo. Teo”.

Non conoscevo Tarallo e devo ammettere che le parole di Adua e Massimiliano mi avevano colpito, però ieri sera quest’uomo mi è sembrato sincero, soprattutto quando parlava della sua anima gemella. Le lacrime che ha versato mentre leggeva le parole di Teodosio mi sono sembrate vere.

Alberto Tarallo legge la lettera del compagno, il video di Non è L’Arena.

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