Achille Lauro accusato da Pietro Turano di fare marketing sulla comunità LGBT

08 Mar 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Achille Lauro è dichiaratamente eterosessuale ma nel corso della sua carriera televisiva e musicale si è più volte discostato da quella che è considerata mascolinità tossica, ha strizzato l’occhio al mondo LGBT+ e supportato in più occasioni proprio i diritti della comunità. E se a Pechino Express durante lo scontro con Antonella Elia si è auto-definito “una vecchia pazza” al Festival di Sanremo ha sfoggiato parrucche, tacchi, trucco e baci omoerotici.

Pietro Turano, intervistato da NowMag, ha detto il suo punto di vista su Achille Lauro non mettendo tutti d’accordo, anzi.

Il vicepresidente di ArciGay Roma (nonché volto di Skam Italia), ha accusato il cantante di “queerbaiting” e “appropriazione culturale” facendo di fatto “cose da gay” nonostante sia apertamente etero.

“Come principio può essere interessante quello che fa, ma non è credibile fino in fondo” – ha dichiarato Pietro Turano – “Io la sento come una appropriazione culturale. Nella comunità viene definito ‘queerbaiting’, cioè una strategia di marketing: ti rendi conto che esiste un tema e te ne appropri essendo in una posizione di privilegio. Ma come mai non ci sono persone effettivamente ‘queer’ nelle sue esibizioni o a Sanremo? Quegli spazi sono sempre occupati da uomini etero, cisgender, bianchi che si possono permettere quella cosa.

È interessante se fa quelle esibizioni per dare a quelli come lui una esperienza di decostruzione del ruolo di genere, ma allora è un simbolo etero contro la mascolinità imposta. Perché promuoverlo a icona gay? Adesso persino intellettuale, quando sbiascica solo due parole. Diciamo che lui piace all’italiano medio, il quale pensa che le cose da gay è meglio se le fa un etero. Allora vanno bene anche in tv”.

Achille Lauro usa la comunità LGBT per fare soldi o è effettivamente vicino alla comunità LGBT e si batte per i nostri diritti? Io credo che sia realmente vicino alla LGBT community (e lo dimostrano le molteplici persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender che hanno lavorato per lui), ma a voi l’ardua sentenza.

 

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