Selvaggia difende Lorenzo: “Di questa signora morta non importa nulla a giornalisti e politici”

16 Gen 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 5 minuti

Selvaggia Lucarelli

Selvaggia e il post social.

Il presunto suicidio di Giovanna Pedretti (modalità e cause saranno stabilite con l’autopsia) ha toccato l’opinione pubblica. La donna, ristoratrice di una piccola pizzeria di paese, era infatti finita su tutte le prime pagine dei giornali per aver risposto in maniera esemplare a una recensione in cui venivano attaccati gay e persone con handicap.

Un caso applaudito dai media che però ha fatto molto rumore. Questo perché, in un secondo momento, Lorenzo Biagiarelli ha evidenziato quello che probabilmente la stampa avrebbe dovuto capire da sola, ovvero che quella recensione/risposta era un falso. Messa davanti al fatto Giovanna Pedretti non ha mai indietreggiato sostenendo in maniera un po’ goffa – sia via telefono con Lorenzo Biagiarelli sia al giornalista del Tg3 (che era tornato con tanto di telecamera e microfono a chiederle spiegazioni) – che quella recensione fosse vera. Gli stessi Carabinieri l’hanno convocata in Questura in qualità di “persona informata sui fatti” e anche a loro ha fornito la stessa versione. Fatto sta che poche ore dopo la donna è stata trovata morta in un fiume.

Quanto questa pressione mediatica abbia influito sulla morte di Giovanna Pedretti (qualora si trattasse davvero di suicidio) al momento non è dato saperlo, ma come prevedibile Lorenzo Biagiarelli, Selvaggia Lucarelli e in modo minore anche il giornalista del Tg3, sono finiti al centro di una sh1tstorm social. La stessa figlia della ristoratrice ha scritto rivolgendosi a Selvaggia: “Grazie per aver massacrato mia madre. Adesso cerchi pure la sua prossima vittima”.

Selvaggia, il lunghissimo post: “Lorenzo ha avuto due sfortune”

La scrittrice ha così deciso di rispondere con un lunghissimo post su Twitter.

“Lascio alcune riflessioni. La prima è che ancora nessuno ha il coraggio di fare una riflessione sul ruolo della stampa in questa vicenda e domandarsi perché una notizia irrilevante e pure falsa era in home ovunque. Si preferisce scaricare le colpe più genericamente sui social brutti e cattivi, social che alla fine sono il perfetto capro espiatorio del giornalismo. Seconda riflessione. Da giorni i giornali soprattutto di destra parlano di metodo ricorrente, di cattiveria costante bla bla. Si dimenticano che il debunking è stato opera di una persona che si occupa di cibo e ristorazione, che non ha mai criticato nessuno, che non manganella, è sensibile e pacifica e non “brinda con me chiedendosi chi sarà il prossimo da sputt4nare” (cit. Repubblica). Quello che non si può dire, è che ha avuto due sfortune: che la povera signora si sia suicidata (spero si capisca il senso) e che è il mio fidanzato. Se ogni volta che una persona finisce sulle cronache criticata per qualche motivo si suicidasse, i giornali dovrebbero chiudere. Però può succedere sempre, lo sappiamo, e succede più spesso di quanto le cronache raccontino. E non succede perché la sh1tstorm è troppo grossa. Questa è una semplificazione da bar. La bidella pendolare o la professoressa che aveva la relazione con lo studente si sarebbero dovute uccidere, allora. Il suicidio si inserisce in un quadro più complesso, purtroppo- salvo casi evidenti o eclatanti- non sempre immaginabile. Le critiche possono essere una concausa, il che non vuol dire che si può offendere o denigrare. Perfino la povera Cantone aveva pregressi dolorosi. In questo caso specifico, poi, si continua a parlare di gogna e valanghe di commenti, ma è semplicemente falso. C’erano pochi commenti, oggi forse sul mio fb (in cui avevo solo condiviso il post di Lorenzo) ne vedete di più perché sono quasi tutti insulti. A noi. Ed è falso che la signora sia stata aggredita o manganellata, basta leggere la manciata di post”.

 

E ancora:

“Per inciso, se stabiliamo che i social sono cattivi per i commenti che innescano, mi chiedo: voi li avete mai letti i commenti sotto repubblica o corriere o qualsiasi sito? Ogni volta che qualche sito dedica un articolo a me, spesso stravolgendo parole per farmi sembrare Belzebù, sotto ci sono talmente tanti insulti che se fossi fragile sarei da tempo in una clinica psichiatrica. Ad essere ottimisti. Nessuno filtra o cancella. Io, per dire, nei limiti del possibile lo faccio. Si è poi detto che il debunking non lo deve fare chi non è giornalista. Qui però il non giornalista è forse l’unico ad aver scritto una cosa vera, con parole misurate e chiamando la signora per verificare . E poi, se i social sono roba diversa dal giornalismo, come mai il giornalismo attinge tutti i giorni dai social e a mani basse?”.

Selvaggia: “Di questa signora morta non importa nulla a nessuno”

“Di questa signora morta non importa nulla a nessuno. Ognuno la sta usando per banchettare alla sua tavola. La politica (che mi usa per dire “la sinistraaaaa”. Ma sinistra a chi? Quale sinistra?). I colleghi a cui stavo poco simpatica (si sono presentati tutti all’appello, nessuno che abbia almeno finto di non godere per la morte della signora). I giornali stessi, che possono continuare con la narrazione rassicurante “non siamo mica noi! È la solita cattivona di Selvaggia!”. Da cui ovviamente si prendono notizie o distanza a seconda della comodità del momento. E le tv, ci mancherebbe. Chiudo dicendo che essere associati a suicidi con questa facilità SUI GIORNALI e questa goduria generale potrebbe uccidere molto più che una critica per aver raccontato una bugia, ma alla fine se mai si ammazzasse qualcuno si potrebbe sempre dare la colpa ai social. Gli unici, in questo caso, che avevano raccontato la verità. E se l’avevano raccontata con ferocia (invito a leggere il post di Lorenzo) la domanda con cui vi lascio è: come mai, prima del tragico gesto, nessuno se ne era lamentato?”.

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