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Mostro di Firenze, l’incredibile svolta che riguarda l’unico superstite: “Ho appena scoperto chi è il mio vero padre”

Fabiano Minacci 04/08/2025

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La storia del Mostro di Firenze sarà raccontata in una serie su Netflix, ma proprio in queste ore è emersa un’incredibile svolta che riguarda l’unico superstite di quella tragica notte: Natalino Mele, che all’epoca dell’omicidio di sua madre e del suo amante aveva solo 7 anni.

Faccio un passo indietro. Nella notte tra il 21 e il 22 agosto 1968, Barbara Locci e il suo amante Antonio Lo Bianco furono uccisi nella loro auto. L’unico risparmiato fu Natalino Mele, figlio di Barbara, che all’epoca aveva solo 7 anni e dormiva sul sedile posteriore. La Polizia riuscì a risalire al luogo del delitto grazie a una segnalazione: un uomo che viveva in un casolare a due chilometri e cento metri dalla scena del crimine trovò fuori dalla sua porta Natalino, assonnato, scalzo ma con i calzini bianchi puliti, e visibilmente confuso. In un documento dell’epoca si riportò che il bambino, tra realtà e immaginazione, raccontò di essere stato portato via da un uomo a cavalluccio, che gli cantava La Tramontana di Antoine, canzone in voga all’ultimo Festival di Sanremo.

Questo ricordo fu però successivamente smentito dallo stesso Natalino Mele, che oggi afferma di non avere alcuna memoria di quella notte. L’unica certezza, ancora oggi, è che qualcuno lo ha condotto fino a quel casolare: la strada, infatti, era buia, priva di lampioni e piena di rovi. Impossibile, quindi, pensare che un bambino di sette anni, da solo e di notte, potesse percorrerla senza sporcarsi neanche i calzini.

Di quell’omicidio fu accusato Stefano Mele, marito di Barbara Locci e padre di Natalino. Ma la calibro 22 con cui vennero esplosi otto colpi — quattro contro di lei e quattro contro Antonio Lo Bianco — non fu mai ritrovata. Eppure, quella stessa arma tornò a uccidere negli anni successivi firmando tutti gli omicidi attribuiti al Mostro di Firenze. A questo punto i fatti sono due: o Stefano Mele è stato usato come capro espiatorio, oppure la pistola, nascosta chissà dove dopo il delitto del ’68, è stata realmente trovata e poi usata dal Mostro per uccidere di nuovo.

Nel 1970 Mele fu condannato a 14 anni di carcere con pena ridotta a causa del fatto che l’uomo venne riconosciuto parzialmente incapace di intendere e di volere.

Mostro di Firenze, l’incredibile svolta

In questi giorni c’è stata un’incredibile svolta che potrebbe riscrivere la storia del Mostro di Firenze perché la Procura ha comunicato a Natalino Mele, oggi 62enne, che il suo vero padre non è Stefano Mele, ma Giovanni Vinci. “La notizia ha sconvolto. Io credevo di chiamarmi Mele, sono rimasto shockato. Mi è stato fatto sapere tramite la procura. Hanno preso il mio dna, non so neanche come, e poi mi hanno fatto sapere l’esito“, ha dichiarato a Il Tirreno. “Era un uomo taciturno, parlava pochissimo, ci si abbracciava però. Gli volevo bene, perché ovviamente per me era mio padre, fino almeno a una settimana fa. Non ci frequentavamo ma comunque andavo a trovarlo i fine settimana quando stava in casa di riposo e mangiavamo insieme. Di quella notte però, non abbiamo mai parlato. Io non ho mai domandato“.

Giovanni Vinci non è uno qualsiasi, ma è il fratello maggiore di Salvatore Vinci e Francesco Vinci, quest’ultimo indicato da Stefano Mele come ipotetico omicida di Barbara Locci perché anche lui suo amante. Il Tribunale però non gli ha creduto e dopo un lungo processo lo ha incarcerato con l’accusa di duplice omicidio. Anni dopo, nel 1982, Francesco Vinci venne arrestato e accusato di essere il Mostro di Firenze. Tuttavia, fu scagionato l’anno successivo, quando il killer tornò a colpire mentre lui si trovava in carcere, dimostrando così la sua estraneità a quei crimini.

È possibile che sia stato proprio Francesco Vinci a uccidere Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, risparmiando invece Natalino Mele, figlio di suo fratello Giovanni Vinci? Oggi, tutte le persone coinvolte in quella vicenda — ad eccezione di Natalino — sono passate a miglior vita, ma resta una storia che ha davvero dell’incredibile.

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