Michele Merlo poteva essere salvato: ematomi sulle gambe e sintomi già un mese prima della morte

20 Nov 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Michele Merlo è morto stamani

Michele Merlo poteva essere salvato, è questo che hanno scritto nell’inchiesta aperta dalla Procura di Bologna.

La stessa Procura, che aveva ordinato l’autopsia ed una serie di accertamenti ai Carabinieri del Nas, ha anche tolto qualsiasi responsabilità ai medici del Pronto Soccorso che hanno visitato il cantante la sera del 2 giugno ed anche a quelli dell’Ospedale che lo hanno ricoverato la sera successiva e dov’è morto qualche giorno dopo, precisamente il 6 giugno. A portarselo via è stata un’ischemia cerebrale provocata da una leucemia fulminante.

Stando a quanto raccontato dagli inquirenti le condizioni del cantante a giugno non avrebbero permesso interventi capaci di salvargli la vita, ma di base – qualora i medici se ne fossero accorti precedentemente – avrebbero potuto intervenire con esiti differenti. Nel caso specifico, infatti, la leucemia riscontrata a Michele Merlo ha un trattamento efficace, se diagnosticata in tempo.

Michele Merlo: già a maggio lamentava alcuni sintomi ed aveva sospetti ematomi sulle gambe

Come riportato dal Corriere della Sera, ora la lente di ingrandimento si sarebbe quindi spostata in uno studio medico di Rosà e nell’Ospedale di Cittadella, dove il cantante si era presentato nel mese di maggio lamentando alcuni sintomi e mostrando sulle gambe ematomi che si erano progressivamente ingranditi.

Motivo per cui la Procura di Bologna ora ha trasmesso il fascicolo per omicidio colposo a quella di Vicenza. Un’inchiesta rimasta senza indagati, ma – si legge sul sito – “non è escluso che in base a quanto emerso sulla copertina del plico compaiano presto i nomi dei medici delle strutture venete“.

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