Luciana Littizzetto stoccate alla Rai a Che Tempo Che Fa: “Mi tolgo i sassolini dalle scarpe”

16 Ott 2023 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Luciana Littizzetto sul Nove

Ieri sera è andata in onda la prima puntata di Che Tempo Che Fa sul Nove. Tutto è rimasto uguale, l’unica cosa che è cambiata è proprio il canale. Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Filippa Lagerbäck, il tavolo con gli ospiti, tutto era come l’avevamo lasciato qualche mese fa. Per la prima puntata Luciana Littizzetto ha letto una letterina al Nove ed ha lanciato delle shade alla Rai.

Luciana Littizzetto e la lettera per il Nove.

“Caro Nove, eccoci qui come Ambra a dire ‘Non è la Rai’. Io te lo dico, preparati, voglio togliermi tutti i sassolino che ho nelle scarpe, che dopo decenni sono diventati grossi come nuraghi. E sappi che dirò tante parolacce, tutte quelle che non potrò dire in tanti anni.

Sappi che parlerò di Meloni e dell’opposizione che la combatte ogni giorno, ma oltre che di Salvini parlerò anche della Schlein e del suo fantastico modo di esprimersi che certamente avvicinerà al partito democratico i ceti più semplici e proletari. Parlerò di Crosetto e di Pichetto, di Sangiuliano e dei libri che non ha letto. Parlerò di Piantedosi che ama i migranti ma a piccole dosi, e anche di Giorgetti che toglie le tasse ai grandi e le lascia ai piccoletti.

Parlerò del salario minimo, che sarebbe il minimo per vivere dignitosamente, e invece non serve a niente secondo il CNEL. Poi parlerò del CNEL perché la sua esistenza è uno dei grandi misteri di questo pianeta insieme all’Area 51, Loch Ness e la veggente di Trevignano.

Io parlerò di cose che fanno ridere, perché è il mio mestiere. Ma parlerò anche di cose che fanno male, perché è il mio mestiere anche quello. Parlerò di femminicidi, perché dall’inizio dell’anno sono già state uccise 90 donne di cui 75 in famiglia e possiamo cambiare rete ma non smettere di denunciare questo orrore. E parlerò di guerra. Di tutte le guerre. Ne parlerò come so e come posso, perché non sono un’esperta.

Mio caro Nove, sarò sempre la parentesi ironica della settimana. L’angolo della balenga. L’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. E tu, Nove, accoglimi, fatti capanna. Fatti guscio, cofanetto, scrigno e portagioie. Sii la mia ostrica, e io sarò la tua pirla”.

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