Musica

Com’è nata La Mia Storia Tra Le Dita e il sogno incompiuto di Grignani

Fabiano Minacci 17/07/2025

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Ci fa capire che quest’anno c’è carenza di tormentoni estivi il fatto che stiamo parlando da due giorni de La Mia Storia Tra Le Dita, brano che Gianluca Grignani ha pubblicato nel 1994.

Un successo stratosferico che il cantante voleva celebrare con una nuova versione lo scorso anno in occasione del trentennale, ma quel sogno non lo ha mai realizzato. “Ha avuto successo in tutto il mondo e ora sto pensando di fare una versione in inglese per il trentennale. Ha già avuto successo in italiano, in spagnolo e in portoghese. Quindi perché no?“, aveva dichiarato a Gianluca Gazzoli al podcast Passa Dal BSMT lo scorso anno.

Come la storia ci ha insegnato, però, Grignani non ha mai inciso la versione in inglese ma in compenso quest’anno ha dato l’ok a Laura Pausini e Matteo Bocelli per farne una cover scatenando un vero e proprio caos. Questo perché Pausini ha annunciato l’uscita del singolo senza specificare che si trattasse di una cover di Grignani e quest’ultimo si è arrabbiato annunciando la sua collaborazione nella versione di Bocelli in uscita il prossimo mese. Secondo Gabriele Parpiglia, però, a far arrabbiare Gianluca sarebbe stato l’annuncio di Laura fatto mesi prima l’uscita della sua cover solo per “bruciare” quella di Matteo.

La Mia Storia Tra Le Dita, com’è nata la canzone

Quando ho scritto quella canzone, il mio obiettivo era che avesse successo” – le parole di Grignani da Gazzoli – “L’ho scritta pensando a una ragazza che si chiama Sara – non dirò il cognome, preferisco non farlo – e l’ho composta con l’intenzione che potesse piacere sia a lei che alla gente. All’epoca avevo ben chiara la percentuale di ‘spazio’ che dovevo lasciare all’uno e all’altro: una parte era dedicata a lei, l’altra al pubblico. Sara sa che la canzone è per lei. Certo che lo sa. E oggi vive serenamente: è sposata, ha dei figli e conduce una bellissima vita, anche senza di me. Anzi, forse è stato meglio così“.

“La scrittura della canzone ha richiesto molto tempo. Ricordo che il primo inciso parlava di un’astronave. L’idea dell’astronave mi piaceva, era perfetta, ma all’epoca non mi era facile ‘entrare’ davvero nella canzone. Era come fare una doccia a intermittenza: scrivevo solo quando arrivava l’ispirazione, a sprazzi, seguendo i miei ‘temporali artistici’. Adesso è diverso. Oggi, quando apro il rubinetto dell’ispirazione, devo stare attento a non chiuderlo troppo presto, altrimenti rischio di soffrire. Perché sì, la creatività può anche farti male, se la blocchi. All’epoca, invece, prendevo quello che arrivava, quando arrivava”. Gianluca Grignani ha poi concluso con: “La mia fortuna era che avevo un buon intuito: capivo cosa funzionava e cosa no“.

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