I giornalisti Rai contro la dirigenza: “Investono su programmi flop e usano il servizio pubblico come megafono di Governo”

12 Apr 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

giornalisti rai

L’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai (ovvero USiGRai) ha rilasciato un lungo comunicato stampa che è stato parzialmente letto anche dai vari giornalisti del Tg1, Tg2 e Tg3 che hanno condotto il telegiornale quest’oggi.

“Il possibile addio di Amadeus rischia di essere l’ennesimo duro colpo per la Rai. Una perdita che potrebbe avere gravi ripercussioni sugli ascolti ed anche sui conti dell’azienda. Un probabile passaggio a una rete concorrente, purtroppo non il primo, che non può non preoccupare, riconducibile ad un vertice (Ad e Dg) che ha occupato manu militari il Servizio Pubblico. Se per Fabio Fazio non c’è stata una responsabilità diretta di questo vertice (anche se nulla è stato fatto per trattenerlo) in questo caso più fonti sostengono che la scelta dell’artista di lasciare la Rai non sia dettata da ragioni economiche, bensì dalla delusione rispetto all’impossibilità di innovarla”.

I giornalisti citano anche le indiscrezioni del Corriere, secondo cui Amadeus avrebbe ricevuto pressioni politiche sul Festival di Sanremo.

“Sui giornali, inoltre, si legge di pressioni sul conduttore per far lavorare personaggi dello spettacolo vicini alla presidente del Consiglio. Un metodo che, se confermato, danneggerebbe fortemente la nostra azienda. La Rai a guida Sergio – Rossi è attenta solo alle sollecitazioni della maggioranza di governo e dei partiti in genere. Tace di fronte a norme sulla par condicio, che rischiano di far fuggire altri telespettatori, e investe su costosissimi programmi flop“.

Giornalisti Rai contro la norma sulla par condicio

L’USiGRai si era fatto sentire anche due giorni fa quando la Commissione di Vigilanza Rai ha approvato la norma sulla par condicio parlando di “megafono di Governo”.

“Il servizio pubblico ridotto a megafono del Governo. Ministri e sottosegretari non avranno alcun vincolo di tempo nei programmi e potranno dire ciò che vorranno purché riferito all’attività istituzionale.Con la norma approvata dalla maggioranza di governo in commissione di Vigilanza, nei programmi di approfondimento giornalistico della Rai, si ritorna all’Istituto Luce. Ai soli rappresentanti del governo sarà garantita una puntuale informazione sulle attività istituzionali governative. Tutto questo alla vigilia del voto per le Europee. Non solo viene aggirata la par condicio, ma anche il contraddittorio con l’opposizione”.

Il comunicato letto in tv

Questo il testo del comunicato letto dai giornalisti in tv:

“La maggioranza di governo ha deciso di trastormare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.

Da Rai a Istituto Luce il passo è breve. Ecco perché Fazio se ne è andato in tempi non sospetti.

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