Gabriel Garko gay: “Mi sono finto etero per lavorare, mi è stato imposto”

03 Ott 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Gabriel Garko oggi è stato ospite a Verissimo dove ha rilasciato una lunga intervista a Silvia Toffanin.

L’attore, oltre le anticipazioni diramate nei giorni scorsi, ha parlato di ‘costrizioni’ ed ‘insegnamenti sbagliati’ che gli sarebbero stati imposti presumibilmente dall’ufficio stampa dell’Ares Film, che nel corso degli anni gli ha affibbiato una serie di fidanzate di copertura per la promozione delle fiction da loro prodotte.

“Ho avuto relazioni costruite perché è il sistema che lo ha imposto. Se io fossi stato me stesso dall’inizio probabilmente non avrei interpretato i personaggi che ho interpretato. Imposizione che ho preso come gioco e giocando mi sono ritrovato in una macchina che mi ha incastrato e l’ho mantenuto consapevole del fatto di non aver mai fatto un torto a nessuno se non a me stesso”.

E ancora:

“La mia storia con Adua Del Vesco? Io e lei non ci vedevamo mai erano solo foto nei giornali, in quel momento non volevo in assoluto farlo, ma stavo giocando ad un gioco più grande di me e mi sono scottato. Ho scelto di fare questo tipo di vita perché volevo fare questo lavoro. Un attore vince un Oscar perché è etero e interpreta un gay, ma un gay non può interpretare un etero”.

Gabriel Garko ha poi concluso:

Mi è stato insegnato che se avessi detto il mio orientamento non avrei più lavorato. Dopo il coming out non volevo uscire di casa, ma ho scoperto che il pubblico mi vuole tutt’ora un gran bene, mi apprezza per quello che sono. […] Ci sono tantissimi lavori in cui la gente è costretta a nascondersi sul lavoro, è un peccato perché siamo nel 2020″.

Spero che Gabriel Garko abbia in qualche modo rotto gli schemi dando la forza ai giovani attori omosessuali che fingono di essere etero di fare senza paura coming out.

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