Musica

Finti sold out ai concerti, parla un addetto ai lavori: “Vi svelo la verità”

Fabiano Minacci 20/06/2025

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Oggi i concerti rappresentano la principale fonte di guadagno per i cantanti, e per questo motivo molti artisti, soprattutto quelli emergenti, si illudono che un alto numero di ascolti su Spotify si traduca automaticamente in un grande pubblico disposto a seguirli anche dal vivo. Questo, secondo quanto riportato da Zampaglione e Lucarelli, gli viene fatto credere dai promoter che organizzano i concerti e che alla fine sono obbligati a fare finti sold out per riempire stadi che in alternativa non sarebbero mai pieni. Il famoso lato oscuro della musica.

Lo scollamento fra successo percepito e successo reale, secondo quanto rivelato da un addetto ai lavori a Il Post, sarebbe causato anche dal duopolio TicketMaster e TicketOne (che controllano anche Live Nation, Vivo Concerti e altro) che, secondo la fonte, esercita un “ampio controllo sulla carriera dell’artista”. Questo perché quando TicketMaster e TicketOne propongono uno Stadio a un artista gli danno un grosso anticipo in denaro che l’artista in questione salderà con la vendita dei biglietti. E se i biglietti non vengono venduti le strade sono due: o l’artista annulla il concerto e rende tutti i soldi (passando però da floppettaro) oppure paga di tasca sua i biglietti invenduti per saldare il debito. Ovviamente nessun organizzatore di concerti vuole uno Stadio semi-vuoto perché causerebbe un danno d’immagine all’artista e così svende i biglietti creando per l’appunto dei “finti sold out”.

“Solo pochi artisti riescono davvero a riempire gli stadi, e chi organizza i concerti non vuole che il pubblico veda spalti mezzi vuoti. Così, qualche settimana prima dell’evento, le agenzie vendono centinaia di biglietti a prezzi molto bassi tramite link riservati a promoter, aziende, sponsor, banche o associazioni. L’idea è quella di venderli in blocco e in fretta, così da riempire le zone rimaste vuote”. Secondo l’addetto ai lavori la ricostruzione di Zampaglione e Lucarelli non è lontana dalla realtà. “I sold out finti sono una di quelle cose che sanno tutti gli addetti ai lavori, ma che al di fuori della bolla arriva poco, e i biglietti che vengono praticamente regalati a banche, assicurazioni e altri sponsor sono un segreto di Pulcinella“.

Sold out finti e artisti legati per anni alle agenzie

Gli anticipi che darebbero TicketMaster e TicketOne sono “fuori dalla portata dei promoter indipendenti” e per questo “riescono ad attrarre la maggior parte dei musicisti che raramente possono rifiutare offerte così alte“. “Pareggiare delle somme del genere non è semplice, se non hai un seguito così grande” – dice la fonte – “Significa dover fare tantissimi concerti ed essere legato a queste agenzie per diversi anni, dato che fino a quando la somma non viene incassata non si può firmare per altri. Poter dichiarare il tutto esaurito, anche solo formalmente, serve a mantenere alta la sua reputazione sul mercato: un concerto pieno fa curriculum, aiuta ad attirare sponsor, ottiene visibilità sui media e rende più facile vendere nuovi tour. È una strategia che non genera guadagni diretti, ma produce valore in termini di percezione, relazioni e opportunità future”. Il vaso di Pandora è stato aperto.

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