Eurovision, la Rai vuole ospitare l’evento in Italia e svela il possibile luogo: “Speriamo di vincere”

La Rai è prontissima a riportare l'evento in Italia, parla il direttore Coletta.

22 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Eurovision in Italia

L’Italia ha sfiorato più volte la vittoria all’Eurovision, ma negli ultimi anni al massimo abbiamo raggiunto il secondo gradino del podio. Secondo molti maligni la Rai è felicissima di queste sconfitte, perché non avrebbe i soldi per ospitare il concorso, ma a smentire questi rumor è arrivato Stefano Coletta. Il direttore di Rai 1 ha dichiarato che lui e l’azienda sarebbero felicissimi di riportare l’Eurovision nel nostro paese.

Una parola in comune condividono tutti i paesi, unendoli: ripartenza. Noi crediamo molto in questa competizione. Mi sembra che da un punto di vista televisivo, ma anche con la partecipazione della radio, la Rai ha fatto crescere la propria attenzione al concorso. Vorremmo che già dal prossimo anno le semifinali fossero sui canali principali del palinsesto. I dati ottenuti da Rai 4 lo dimostrano.

Noi speriamo di vincere, come si fa in tutte le competizioni. A noi piacerebbe molto ospitare il più grande evento musicale del mondo. Saremmo orgogliosi di farlo tra le nostre mura tricolori. Nel 2017, anno in cui Francesco Gabbani fu il favorito, prima di andare a Kiev, organizzammo un paio di riunioni in caso di una sua vittoria. La migliore ipotesi fu Torino. Non so se possa essere la migliore ipotesi anche oggi. Con la creatività si può arrivare dopo non si può arrivare con il denaro“.

Noi stiamo zitti e buoni e incrociamo le dita…

Eurovision 2021: anche i Maneskin ci sperano.

La viviamo come l’abbiamo vissuta a Sanremo. Non succede ma se succede… Rimaniamo concentrati solo sulla musica ma un po’ ci stiamo credendo“.

Stefano Coletta sui Maneskin.

I Maneskin hanno fatto storia a Sanremo, sono un gruppo musicalmente così lontano dai canoni della manifestazione, ma hanno riportato un target di persone così diverso. Sono entusiasta perché stanno mostrando in Europa un’Italia diversa: meno neomelodica, che ha fatto un passo avanti“.

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