Denise Pipitone, le rivelazioni inquietanti della magistrata che indagò sulla scomparsa: “Mi spaventai davvero”

La magistrata Maria Angioni parla di "stranezze" e fatti che l'hanno spaventata nel caso di Denise.

06 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Il programma russo in cui Olesya Rostova ha fatto i suoi appelli ha dato almeno un buon risultato: si sta riparlando del caso di Denise Pipitone. Piera Maggio in questi giorni è tornata a puntare il dito contro Anna Corona e ha addirittura detto che la donna forse era infatuata di lei. La mamma di Denise Pipitone ha anche dichiarato che la famiglia Corona sarebbe stata trattata con tutti i riguardi, a differenza della sua famiglia, che ha subito ogni genere di perquisizione.

Adesso a gettare nuove ombre su questo caso sono arrivate le pesanti rivelazioni fatte ad AdnKronos da Maria Angioni, la pm che nel 2004 e 2005 indagò sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. La magistrata ha parlato di “stranezze” durante le indagini e di fatti che l’hanno spaventata.

“Quell’inchiesta era un terreno minato. Non si riusciva a fare niente. Ovunque mi girassi incontravo difficoltà. Come quando venni interrotta da un esponente delle forze dell’ordine, mentre stavo interrogando una persona che mi stava dando notizie molto interessanti, e distruggendo quella pista. Quella volta mi spaventai davvero. Purtroppo, era la mia ultima attività inquirente, perché all’indomani lasciai la Procura di Marsala per andare al Tribunale di Cagliari.

Ognuno è libero, con la sua intelligenza, di pensare ciò che vuole ma ricordo che un pm è pagato per sospettare e non per rabbonirsi. Io mi sono trovata di fronte a cose che non andavano bene. Un esempio sui tanti successi? Il verbale di Claudio Corona, fratello di Anna Corona. Ricordo che lui rispose in modo strafottente e basta. E chi ha preso il verbale non è andato avanti. Diede una risposta tipo. ‘E che ne so io?’. Da restare a bocca aperta. Una cosa scandalosa. E quel verbale fu chiuso così, senza alcuna ulteriore spiegazione.

Me ne sono capitate talmente tante, di stranezze, che nemmeno me le ricordo. Mi ero data una spiegazione ma non ho avuto la dimostrazione. Io, sinceramente, pensavo che qualcuno della famiglia Corona fosse un confidente della Polizia, con il Commissariato di Mazara del Vallo e, come si sa, i confidenti si tende a proteggerli”.

Qui non si tratta di essere ‘complottisti’, queste non sono le parole di un’opinionista tv, ma della magistrata che si è occupata del caso.

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