Dario, bullizzato perché gay: “Ho provato a togliermi la vita”
La storia di Dario, dall'abisso alla rinascita.
16 Set 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti
Quella di Dario è una storia – purtroppo – comune a milioni di persone LGBT, il 23enne palermitano intervistato da FanPage ha raccontato i difficili anni a scuola, passati tra bullismo per la sua obesità e discriminazione per l’omosessualità.
“Ero una persona molto robusta tutto ebbe inizio all’età di nove anni e, andando a scuola, venivo preso in giro per il mio atteggiamento e per il mio fisico. Ero molto in carne la gente non faceva altro che urlarmi nei corridoi della scuola: “C’è puzza di fr**io, palla di merda, arancino con i piedi”. Vivevo sopportando tutto, ma non stavo bene. Stavo malissimo andavo a scuola e ritornavo a casa non facevo altro che piangere sperando che tutto potesse cambiare da un giorno all’altro e che la mia vita potesse migliorare ma ciò non accadeva.
Con le superiori pensavo nuova vita, nuovo tutto, ma non è andato esattamente così. Avevo gli stessi problemi, insulti, critiche, giudizi. Non accettavo ciò che era il mio fisico e il mio lato estetico e ho iniziato a impormi dei canoni di bellezza: Ho iniziato a dimagrire drasticamente, diventando bulimico, dopodiché si aggiunge pure l’anoressia sino ad arrivare sottopeso e essere pelle e ossa.
Ho passato sempre gli stessi anni a tollerare. È stato tutto un accumulo di situazioni fino a quando sono esploso e ho provato a togliermi la vita. Volevo farla finita perché ero stanco di tutto, ero arrivato all’esasperazione. Poi mi sono bloccato”.
La storia di Dario ha un lieto fine, perché dopo aver provato a togliersi la vita, il 23enne ha trovato la forza di aiutare ragazzi più piccoli di lui, che stanno vivendo situazioni difficili.
“Ho raccontato ciò che era la mia storia, incoraggiando le persone che come me vivono le stesse situazioni e per molti ragazzini ha funzionato. Dare speranza a quelle persone che magari pensano di essere arrivati alla fine, ma invece, è semplicemente un nuovo inizio.
È stato un lavoro che ho fatto con me stesso perché sono arrivato all’esasperazione e quando tocchi il fondo risali per forza a galla ed è successo proprio questo. Dopo aver tentato di farla finita c’è stato quell’attimo di riflessione, ho stravolto la mia vita da un giorno all’altro e ho detto: Adesso basta!
Bulli non si nasce ma viene insegnato a loro ad esserlo”.
E di “Dario” in Italia ce ne sono tanti, proprio per questo è giusto educare i bambini fin da piccoli al rispetto del prossimo, delle diversità, tutte. E no, non si tratta di ‘teoria gender’, ma di buon senso. Leggere agli alunni favole in cui un principe si innamora di un altro principe, o spiegare ai propri figli che una bambina non necessariamente deve amare il rosa, le bambole o sperare di fare la ballerina, significa fare un passo avanti verso una società in cui diverso non è sinonimo di sbagliato o strano.