Chiara costretta a scappare di casa dopo il coming out: “Mia madre voleva uccidere me e la mia ragazza”

Un'altra vittima dell'omofobia peggiore, quella che si annida nelle famiglie.

15 Mag 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Ad un mese dalla storia di Malika, arriva un’alto esempio di omofobia in famiglia. Chiara qualche giorno fa con una diretta sul suo profilo Instagram ha raccontato di come è dovuta fuggire di casa dopo il suo coming out. Minacce dalla madre, insulti dalla nonna e ricatti dal padre, la ragazza ha dichiarato che restare in casa per lei era pericoloso.

“Martedì mattina mi sono vista costretta a scappare di casa dopo le innumerevoli minacce di mia madre, dopo la violenza psicologica subita per anni perché ho la colpa di amare una ragazza. Mia mamma ha minacciato di suicidarsi per questa cosa, è scappata di casa e ha messo le mani addosso a mio padre che invece provava a difendermi. Ha anche provato ad investire mio padre.

Mi sono trovata costretta a scappare di casa, fare al volo un borsone con dei vestiti e a prendere un bus con i pochi spicci che avevo. Sono venuta a Milano dove abita la mia ragazza.

Mia mamma la sera in cui mi ha aggredita ha anche detto che avrebbe cercato la mia ragazza per ucciderla a coltellate, finirla e finire me. Quella notte non ho dormito. Ha minacciato di seguire me per trovare anche la mia compagna.

Da quel momento io e la mia ragazza ci siamo arrangiate trovando un appartamento su Aribnb che dovremo lasciare domani.

Sono senza un tetto e senza un lavoro. Non posso tornare a casa perché sono in pericolo. Ho 27 anni e non faccio niente di male. Sono condannata perché secondo loro il mio amore non è normale. Mia madre mi fa minacce su minacce e violenze che non finiscono più .Continuo a ricevere chiamate da parte di mio padre che mi ricatta per tornare a casa, mi dice che se io decido di andare via. Mi dice che sono maggiorenne e non avrò nessun aiuto da parte loro. A loro andrebbe bene così, non mi aiuteranno e andrà bene che starò per la strada. Anche mia nonna mi ha definita ‘uno schifo, un castigo di Dio, una perversa’. Sarò costretta a rivolgermi ad un legale per capire cosa fare nei confronti della mia famiglia, per avere le mie cose e per trovare un lavoro”.

Adesso mi rivolgo ai miei lettori: cerchiamo di aiutare attivamente Chiara, è stata aperta una raccolta fondi. Bastano anche pochi euro, per noi probabilmente non faranno la differenza, ma per Chiara sì (qui trovate il link a GoFundMe).

Chiara racconta la sua storia.

 

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Un post condiviso da Chiara Rolla (@chiara_rolla220394)

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